nel mirino
Giorgia Meloni, qual è l'unica opposizione: un'amara verità
Il governo Meloni ha un'opposizione parlamentare che però è divisa, confusa e senza proposte. Poi ha l'opposizione del "partito mediatico" che ogni giorno va a caccia di problemi o contraddizioni per bombardare l'esecutivo. L'ultimo caso è quello delle accise. Una tempesta in un bicchiere di petrolio. Ieri anche un quotidiano di opposizione scriveva che effettivamente «in Europa, dal primo gennaio 2023, nessun paese ha rinnovato gli sconti sui carburanti». Altre polemiche si erano viste per la legge di bilancio: siccome non si è avverata la "previsione" di Letta e del Pd, secondo cui il centrodestra avrebbe scassato i conti e sarebbe andato allo scontro con l'Ue, si è irriso l'esecutivo perché si sarebbe messo sulla scia di Draghi. Evitando di ricordare che la Meloni si è insediata il 22 ottobre 2022 e di fatto la legge di bilancio era in buona parte già scritta dal governo precedente che è stato in carica circa dieci mesi nel 2022.
Un'altra polemica pretestuosa è stata quella sul reintegro dei medici non vaccinati che però era già previsto dai decreti del governo Draghi. Ora - dopo alcuni errori di comunicazione- l'esecutivo di centrodestra sembra intenzionato a evitare di farsi trascinare nelle polemiche di giornata. Scelta saggia. La premier ha cercato più volte (anche nella conferenza stampa di fine anno) di far arrivare agli italiani questo messaggio: la coerenza con i nostri programmi si vedrà alla fine della legislatura, perché questi sono i tempi necessari a far ripartire l'Italia e farla rialzare dal baratro in cui è sprofondata negli ultimi venti anni. È un compito gigantesco per il quale occorre molto lavoro. Infatti la Meloni fin dall'inizio ha ripetuto che il suo è un governo di legislatura. Del resto è nato da meno di tre mesi, i ministri sono appena arrivati nei loro dicasteri.
La stampa fa bene a vigilare e criticare (avrebbe dovuto farlo anche con i governi precedenti), ma bombardare subito, andando a fare bilanci dopo poche settimane, sembra decisamente un'opposizione pregiudiziale. Un nuovo esecutivo deve anzitutto rendersi conto della situazione che trova e - soprattutto se ha l'ambizione di raggiungere grandi obiettivi, come invertire il declino del Paese, portandolo verso la rinascita - deve avere il tempo di predisporre piani, strategie, squadre ministeriali.
Bisogna anche considerare che il governo Meloni si trova a dover gestire il debito pubblico causato dalla pandemia, che è andato ad accrescere quello esistente, e deve lavorare in una situazione di emergenza bellica che ha ricadute pesanti su energia e inflazione con un impoverimento generale. Tutti problemi ereditati dai governi passati. Deve poi "mettere a terra" i progetti del Pnrr decisi da altri, in epoca pre-guerra, che oggi dovrebbero essere ridefiniti perché inadeguati, ma la Ue sembra poco disponibile.
VINCOLI E DECISIONI
Al governo di centrodestra non è data la possibilità di disegnare su un foglio bianco il Paese che vorrebbe. Il foglio è già occupato dai disegni altrui che hanno lasciato pochissimi spazi liberi. La Meloni deve fare i conti con i vincoli stringenti della Ue e con decisioni della Ue e della Bce che passano sopra la testa del governo e che però hanno un'incidenza pesante sull'economia e la vita del Paese. La premier finora ha evitato battaglie ideologiche, perché lo scontro con le istituzioni europee non conviene. Ha scelto un approccio pragmatico per riuscire, col dialogo e la mediazione, a difendere il nostro interesse nazionale. Ci ha provato sul Mes e dovrà farlo pure sulla direttiva europea che colpisce la casa. Ma è anche vero che per dialogare bisogna essere in due e si ha la sensazione che a Bruxelles, abituati a un'Italia sottomessa, non vogliano accettare di dialogare e mediare con l'esecutivo italiano di oggi che vuol difendere gli interessi del nostro Paese. Sarebbe utile un cambio di maggioranza (e di atteggiamento) nel governo Ue, ma questo esige tempo. Dunque adesso la partita si annuncia difficile e va giocata meglio possibile: la posta in gioco è il nostro futuro.