Parole chiare
Fabio Rampelli contro la sinistra: "Dl Aiuti, gesto anti-italiano"
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, non usa giri di parole e inchioda le opposizioni sulle loro responsabilità davanti al voto contrario annunciato sul Dl Aiuti quater. Come è noto le opposizioni useranno il semaforo rosso, e una delle voci più autorevoli di Fratelli d'Italia come Rampelli non può fare a meno di sottolineare questa circostanza bollandola come un gesto "anti-italiano": "Il governo Meloni è in carica da sessanta giorni eppure dal dibattito surreale e dagli scenari apocalittici evocati dall’opposizione è responsabile del caro vita, del precariato, della disoccupazione, dei problemi sociali, del debito pubblico, delle accise, del caro bollette. Rammento che buona parte di queste responsabilità appartengono alla sinistra che ha governato ininterrottamente per undici anni. È proprio per questo che il popolo italiano ha scelto il centrodestra e ha scelto Giorgia Meloni. Per cambiare e per cambiarvi", ha affermato Rampelli.
Poi lo stesso ha aggiunto: "Stiamo per votare il decreto Aiuti Quater: talchè si deduce che precedentemente ci siano stati altri tre Decreti aiuti. La filosofia è la stessa eppure il voto di Pd e 5 Stelle cambia: mistero. Aiutare gli italiani nel mezzo di una crisi economica devastante è un dovere. Do un’altra informazione di servizio: per questo motivo Fratelli d’Italia pur stando all’opposizione voto a favore di due di questi Decreti Aiuti su tre. Questione di stile. In questo provvedimento - ha aggiunto - ci sono 9 miliardi per lenire le sofferenze degli italiani ed è surreale apprendere che le sinistre voteranno contro i contributi al caro bollette, perfino contro lo sconto fiscale di 1 miliardo e 600 milioni stanziato per la diminuzione le accise. Roba da non crederci".
Infine l'affondo pesantissimo sulla sinistra: "In televisione ci accusano di non aver ancora abolito le accise sulla benzina (lo faremo nei 5 anni), però votano contro lo sconto fiscale contenuto qui per abbassare l’accisa sui carburanti. Votano contro i benefici accessori dati alle aziende e indirizzati ai lavoratori dipendenti. Se avessimo in legge di bilancio prorogato gli sconti sul carburante avremmo impegnati altri 12 miliardi, da sommare ai 22 per il caro bollette. Praticamente non sarebbe stato necessario votare il 25 settembre e far approvare la finanziaria dal Parlamento. Sarebbe bastato sostituirlo con un video citofono. E invece quei soldi sono stati destinati al taglio del cuneo fiscale, l’aumento dell’assegno unico familiare, la decontribuzione sulle nuove assunzioni e sulle stabilizzazioni dei precari, l’aumento delle pensioni minime. Il voto contrario ha una sola ragione cha ha raccontato bene Umberto Eco: ’Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificato nella propria miseria".