Cruda verità
Conte, Di Maio e ora l'Onu? Eliminare la povertà è soltanto un'illusione
Alcune settimane fa, l'Onu e l'Università di Oxford hanno pubblicato una ricerca sulla povertà mondiale che implica non solo l'aspetto economico, ma anche l'accesso all'istruzione e alla salute, una casa, l'acqua potabile, servizi igienici ed elettricità. Mi sembra opportuno precisare che il termine "povertà" è relativo, poiché il suo significato varia a seconda del paese e della cultura. Non possiamo dimenticare che, per quanto uno sia povero, ci sono probabilmente altri che soffrono di privazioni anche maggiori.
Centinaia di milioni di persone in 111 paesi in via di sviluppo vivono in condizioni di estrema povertà, acuita dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. Che dire della povertà in Italia? I report evidenziano che il rischio di povertà riguarda soprattutto minori e lavoratori. Le persone in difficoltà supererebbero i 14,83 milioni pari al 25,2% della popolazione, le famiglie sotto la soglia di povertà sarebbero circa 2,9 milioni. Lo studio indica che la soluzione è da ricercare in strategie adattabili ai bisogni specifici del territorio locale ed evidenzia i miglioramenti fatti dai governi in questa direzione. Negli ultimi anni, 72 paesi hanno ridotto in modo significativo la povertà con una certa crescita del tenore di vita, in particolare nei paesi in via di sviluppo; ma comunque l'andamento è assai differenziato tra le diverse aree del mondo. L'obiettivo delle Nazioni Unite sarebbe quello di aiutare 100 milioni di persone ad uscire dalle condizioni di povertà entro il 2025.
Qual è la soluzione proposta dal segretario delle Nazioni Unite Guterres in un suo recente intervento? «Investire in soluzioni incentrate sulle persone, dalla salute al lavoro dignitoso, dall'uguaglianza di genere alla previdenza sociale, fino alla riforma dei sistemi alimentari ed educativi». Secondo Guterres si deve anche modificare il sistema finanziario globale, in quanto eticamente inadeguato per garantire il debito pubblico, nonché fornire ai paesi poveri una transizione energetica che sia in grado di aiutare il pianeta e creare nuovi posti di lavoro. «Bisogna intervenire per porre fine ai conflitti e perseguire la pace... Releghiamo la povertà tra le pagine della storia». Bisogna ricordare però che l'Onu aveva già proclamato un decennio internazionale (1997-2006) per l'eliminazione della povertà, operando a fianco dei governi mondiali.
Un nobile obiettivo, purtroppo non raggiunto come invece si sperava. Riusciranno le Nazioni Unite e le varie istituzioni mondiali, a risolvere in futuro il problema della povertà mondiale? Francamente mi sembra utopistico. Ci sono troppi ostacoli che lo impediscono: egoismo, avidità, incapacità, divisioni, conflitti, sfruttamento delle popolazioni. La realtà è impietosa, oggi circa il 10% della popolazione mondiale è in povertà assoluta e vive con meno di 1,90 dollari al giorno, ben 827 milioni di persone rischiano di soffrire la fame. Rattrista dover concordare con quanto disse anni fa un altro segretario generale dell'Onu, Waldheim: «Il più schiacciante capo d'accusa contro la nostra attuale civiltà mondiale è il fatto che continua a esistere estesa, assoluta povertà».