La prova del fuoco

Mes, l'Ue minaccia il governo: "Liberi di non usarlo, ma..."

Più che un pressing, sembra quasi una velata minaccia. Bruxelles "caldeggia", diciamo così, la ratifica del Mes al governo e al Parlamento italiani. E non c'è dubbio che, praticamente superata la prova in aula sulla fiducia alla manovra, per la maggioranza di Giorgia Meloni si apra ora la prima vera prova del fuoco: lo scontro con l'Europa sul Meccanismo europeo di Stabilità, che nelle file del centrodestra ha suscitato più di una dura critica. In particolare, opinione condivisa da Fratelli d'Italia e Lega, ma pure da un partito fortemente europeista come Forza Italia, non convince l'impianto a-critico che consentirà al presidente del Mes di agire in totale autonomia rispetto agli organi politici della Commissione Ue e dell'Europarlamento, consegnando di fatto a tecnici non eletti il destino dei Paesi membri che eventualmente ricorreranno allo strumento d'emergenza. 

 

 

 

L'Italia è l'ultima a non aver ancora ratificato il Fondo salva-Stati, modificato nel novembre 2020 con il consenso del governo giallorosso allora guidato da Giuseppe Conte, sull'onda della pandemia Covid. Sul tavolo, 37 miliardi di euro disponibili a tasso agevolato dello 0,13% per fronteggiare le spese del sistema sanitario. Chi non rispetta determinati parametri, però, rischia di venire di fatto commissariato. "L'Italia non accederà al Mes, lo posso firmare col sangue", aveva spiegato in tv la premier Meloni, consapevole però dell'obbligo di ratifica.

 

 

 

 

 

"L'Italia è liberissima di utilizzare o meno il Mes - ha spiegato il Commissario Ue all'Economia, l'italiano Paolo Gentiloni (ex premier del Pd), a Radio anch'io -. Rispetto la posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha detto di non volerlo utilizzare. Ma poi c'è un altro tema: la revisione dello statuto di questo fondo con cui l'Italia ha concordato un paio di anni fa. Penso che ratificare questo statuto sia nell'ordine delle cose perché pacta sunt servanda e perché ratificarlo non significa necessariamente utilizzarlo".