Visto da sinistra
Pier Ferdinando Casini, "con il suo appoggio". Pd finito, chi lo accusa
Il futuro del Pd? Tornare a essere un nuovo partito comunista. E in questo drammatico testacoda c'è anche lo zampino di Pier Ferdinando Casini. "Stanno riportando il Pd nella casa le cui fondamenta sono state messe a Livorno nel 1921, questa costituente è un gran pasticcio", è il duro attacco di Arturo Parisi, che intervistato da Repubblica profetizza la fine (sinistra) del partito che ha contribuito a fondare, insieme a Walter Veltroni, nel 2007. "Già parlare di costituente per un partito che risulterebbe costituito oramai da quindici anni - afferma l'ex Margherita, uomo vicinissimo a Romano Prodi - definisce il problema che l'iniziativa perseguita da Enrico Letta ha aperto nel Pd".
"Valori di fondo, manifesto, sono infatti parole che trovano il loro senso, o invece non ne hanno alcuno, se si ricorda che il cosiddetto Congresso in corso non è il Congresso del Pd ma occasione per la fondazione di un nuovo partito. Un partito figlio dell'unione del vecchio Pd e di Articolo 1. L'iniziativa di Letta è stata non solo approvata con atti formali dagli organi del Pd, ma acclamata all'unanimità. Purtroppo".
"Fondato com'è sul ritrovarsi della 'comunità' di quella sinistra che si sente originata a Livorno dalla secessione comunista dal Partito Socialista - prosegue Parisi nella sua disperata analisi -, il nuovo partito è l'antico partito che certo si apre a nuovi apporti come è capitato altre volte nella storia del comunismo italiano. Ma sulla porta della casa, al di là della targhetta, torna a leggersi un nome figlio di una storia con non poche pagine gloriose, ma una storia che la fondazione del Pd intendeva superare per aprire una storia nuova".
"Chi avrebbe mai scommesso un centesimo - conclude Parisi - sul fatto che a promuovere un nuovo partito nel quale potesse ritrovarsi la 'comunità' della antica sinistra sarebbero stati due democristiani come Letta e Dario Franceschini, con l'apporto di un democristiano orgoglioso come Casini?". Come dire, una nemesi storica e un paradosso politico.