Il retroscena
Meloni, retroscena di Antonio Socci: perché il "fattore tempo" è il suo jolly
Il "fattore tempo" in politica è determinante. Non solo per scegliere il momento giusto di un'iniziativa o una dichiarazione. Si tratta anzitutto di saper guardare il presente in prospettiva storica, saper valutare gli sviluppi possibili, calibrare l'azione in base agli scenari futuri per influenzarli.
Questa premessa serve a capire uno dei principali messaggi che Giorgia Meloni sta lanciando dal suo insediamento: la premier ripete che questo governo ha davanti a sé cinque anni di lavoro, cioè tutta l'attuale legislatura. Lo ha detto anche ieri. Perché rilanciare spesso un concetto che pare quasi ovvio, anche considerando lo stato comatoso in cui versa l'opposizione? Anzitutto nell'eternamente instabile Italia un "governo di legislatura" - e con l'investitura popolare (quindi non tecnico)- non è affatto scontato, non è mai un'ovvietà. È quasi un fenomeno straordinario.
Lo ha rilevato addirittura papa Francesco che, il 6 novembre scorso, all'indomani dell'insediamento dell'esecutivo, in una conferenza stampa, di ritorno da un viaggio, ha detto: «Il nuovo governo incomincia adesso, io gli auguro il meglio. Io sempre auguro il meglio ad un governo perché il governo è per tutti e gli auguro il meglio perché possa portare l'Italia avanti e a tutti gli altri che sono contrari al partito vincitore che collaborino con la critica, con l'aiuto, ma un governo di collaborazione, non un governo dove ti fanno cadere, ti tolgono il terreno sotto ai piedi, se non piace una cosa o l'altra. Per favore io su questo chiamo alla responsabilità. Dimmi:è giusto che dall'inizio del secolo fino ad ora l'Italia abbia avuto 20 governi? Finiamola con questi scherzi...».
Seppure in tono colloquiale, il richiamo alla responsabilità fatto dal Papa si rivolge ai partiti e all'establishment, perché tutti collaborino al bene comune del Paese. Così il Pontefice ha messo il dito sulla piaga, perché l'Italia in questi decenni ha pagato a caro prezzo la sua cronica instabilità e la debolezza (per mancanza di legittimazione popolare) dei suoi esecutivi.
MERCATI INTERNAZIONALI
Il messaggio della Meloni sul governo di legislatura ha infatti come destinatari anche i mercati e gli investitori internazionali per i quali è importantissima la stabilità di un governo. Pesa molto nella valutazione di un Paese. Destinatari del messaggio sono poi gli altri Stati, soprattutto quelli della Ue e della Nato: lanciare un segnale di solidità e compattezza dà autorevolezza e induce gli altri a fare i conti costruttivamente con il governo che il popolo italiano ha scelto (gradito o sgradito che sia).
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Ma il messaggio della Meloni è anche un promemoria per i vari partiti della coalizione di governo, perché si liberino dell'ossessione dei sondaggi e si concentrino nell'azione di governo che sarà valutata fra cinque anni. Non serve una campagna elettorale permanente secondo la premier che ieri ha detto: «È possibile che quello che faremo non venga capito immediatamente. Io non guarderò i sondaggi, ma la curva del Pil, i dati sull'occupazione, su quanti figli si fanno».
Quello della Meloni è infine un messaggio ai militanti e agli elettori del centrodestra che - magari influenzati dai media ostili - giudicano deludente l'attuale legge di bilancio. La premier ha spiegato che il suo governo è arrivato a novembre e inevitabilmente la legge di bilancio era già stata definita dall'esecutivo Draghi. Ha sottolineato che stavolta c'è stata la possibilità di iniziare un cammino diverso dal passato. Ma per realizzare il programma proposto agli elettori occorrono tutti i cinque anni della legislatura. Il richiamo al governo di legislatura serve a far capire che in politica non esiste il "tutto e subito". Si realizzano le cose con gradualità, compatibilmente con le condizioni date che per l'Italia sono molto dure visti tutti i vincoli ereditati dai governi precedenti.
Il vincolo principale è rappresentato dall'Unione Europea che pone condizioni molto dure e che limita enormemente l'azione dei governi nazionali, specialmente del nostro (non omogeneo al governo europeo costruito sull'asse popolari-socialisti). La scelta di non andare al muro contro muro - come il governo gialloverde del 2018, che poi capitolò - ma di lavorare negli stretti margini di manovra, serve a recuperare in Europa il posto che spetta all'Italia, è una scelta strategica: essere dialoganti e persuasivi, ma fermi, pian piano, porta alleati e risultati (anche nella gestione dell'immigrazione).
FATTORE TEMPO
Secondo l'attuale governo talvolta è necessario fare un passo indietro per poterne fare, dopo, due in avanti. Ecco perché è così importante il "fattore tempo". La premier è convinta che il tempo giochi a suo favore. La forza dell'economia italiana, dimostrata dai dati sorprendenti negli ultimi due anni, è ancora poco considerata, ma presto si farà sentire. La nuova guerra fredda con la Russia restituisce all'Italia grande importanza strategica per gli Stati Uniti e la Nato, nonché vitale importanza economica per l'Europa nella politica di approvvigionamento energetico (che spalanca la possibilità di un grande sviluppo del Sud). Del resto l'attuale alleanza fra popolari e socialisti, che governa la Ue, non è eterna. La Meloni, come Presidente dei Conservatori europei, da tempo cerca di sganciare il Ppe dal patto con i socialisti, per portarlo ad una alleanza di centrodestra. Gli sviluppi del "caso Qatar" potrebbero anche travolgere gli attuali equilibri di potere della Ue e anticipare scenari che - in ogni caso - la Meloni ritiene si possano realizzare con le elezioni europee del 2024 (che è anche l'anno delle elezioni americane). Vorrebbe dire cambiare davvero l'Europa. Alla luce di queste prospettive politiche, governare per tutti i prossimi cinque anni consente al centrodestra di puntare a risultati storici per l'Italia. In fondo - parafrasando De Gasperi - si può dire che i politici guardano al prossimo sondaggio, ma per essere statisti bisogna guardare alla prossima generazione. Per costruire davvero il futuro occorre saper utilizzare il fattore tempo.