La mossa
Carlo Nordio, la rivoluzione: "Candidabile chi è condannato in primo grado"
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio dichiara che "occorre far sì che la norma sull’incandidabilità non venga applicata ai condannati in primo grado, altrimenti la norma confliggerebbe con la presunzione di innocenza. L’incandidabilità dovrebbe scattare dalla sentenza di appello in poi". Anche per chi ha commesso reati gravi? "Su questo si può discutere. Certamente la norma non può essere applicata retroattivamente perché è pur sempre un provvedimento afflittivo, visto che chi è in carica vuole rimanerci. Comunque su questo ci sono idee trasversali diverse. Credo che dobbiamo fare un dibattito trasparente e senza pregiudizi".
Non è stato un errore escludere reati di corruzione dall’ergastolo ostativo? "Abbiamo seguito le indicazioni della Corte costituzionale. In ogni caso una norma così severa va limitata a reati gravissimi". Capitolo intercettazioni. Per Nordio, "Al netto di quelle per reati di mafia e terrorismo, che non vanno toccate, la norma va modificata: c’è un problema di divulgazione e uno puramente economico, perché vengono spesi centinaia di milioni che potrebbero essere utilizzati per altro, e producono pochi risultati". La norma è appena staia modificata In modo restrittivo. Perché non basta? "Se intercettazioni estranee al reato e che coinvolgono fatti privati finiscono sui giornali evidentemente non basta. E poi le intercettazioni devono essere uno strumento di indagine e non una prova".