Il cdm
Ucraina, la decisione del governo: fino a quando manderemo armi
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che proroga fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell’Ucraina. L'Italia dunque rinnova il suo impegno nel sostegno all'Ucraina per tutto il prossimo anno. L’esecutivo conferma la strada annunciata nei giorni scorsi, in considerazione della "straordinaria necessità e urgenza connessa al protrarsi della grave crisi internazionale in atto in Ucraina".
Ma il Cdm oggi è chiamato ad affrontare anche altre crisi. La prima è quella connessa all’emergenza provocata dall’alluvione e dalla frana che hanno colpito l’isola di Ischia. Viene pertanto approvato il decreto legge contenente "Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022". Tra le misure, si dispone un rifinanziamento di 10 milioni di euro per il Fondo di protezione civile regionale, la sospensione dei versamenti tributari e delle cartelle esattoriali fino al 30 giugno 2023, nonchè dei procedimenti civili e penali pendenti fino alla fine dell’anno. E poi c’è la crisi, in questo caso aziendale, della raffineria Lukoil di Priolo, che potrebbe chiudere a causa dell’imminente embargo Ue sulle importazioni di petrolio dalla Russia. In attesa di una eventuale cessione dell’impianto, il governo corre ai ripari approvando un decreto che prevede l’amministrazione temporanea della società con la nomina di un commissario per dodici mesi (rinnovabili per altri dodici). Il provvedimento contiene "Misure urgenti a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici" e, interviene proprio nel settore degli idrocarburi disponendo che le società interessate (ma di fatto sarà solo la Lukoil a usufruirne) possano fare richiesta per accedere all’amministrazione temporanea entro giugno 2023.
Un decreto quest’ultimo, particolarmente apprezzato dalla premier Giorgia Meloni, che esprime soddisfazione per "una norma con la quale il Governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10 mila persone. Scopo dell’intervento d’urgenza - si legge in una nota di palazzo Chigi - è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera Nazione". Insomma per salvare migliaia di posti di lavoro.