E la coerenza?
Soumahoro, la cifra da capogiro che ha preso. E i migranti...
Non è solo la procura di Latina ad aver acceso un faro sulle cooperative gestite dalla famiglia di Aboubakar Soumahoro. A volerci vedere chiaro, dopo le presunte irregolarità denunciate da alcuni lavoratori, è anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy, l'ex ministero dello Sviluppo economico, che ha deciso di fare un'ispezione sulle due società amministrate rispettivamente dalla suocera, Marie Terese Mukamitsindo (presidente della Karibu), e dalla cognata, Aline Mutesi (numero uno del consorzio Agenzia per l'inclusione e i diritti, Aid), dell'attuale deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra, che risulta estraneo ai fatti.
Proprio dall'Aid prende le mosse la vicenda che sta imbarazzando la sinistra. Sono alcuni lavoratori del Consorzio impegnato nei «servizi di assistenza e integrazione» sul territorio della provincia di Latina di «richiedenti asilo, rifugiati e immigrati» a rivolgersi, nel giugno scorso, alla sede provinciale del sindacato Uiltucs, guidata da Gianfranco Cartisano, per lamentare il mancato pagamento degli stipendi. Alcuni dipendenti lamentano addirittura un ritardo di 15 mesi. Il totale delle retribuzioni non pagate, ha rivelato venerdì scorso Cartisano, arriva a «ben 400mila euro».
QUANTI INCARICHI
L'ultimo bilancio disponibile del consorzio Aid, però, chiuso al 31 dicembre 2020, certifica che la società, si legge nella Nota integrativa abbreviata, «ha ricevuto incarichi retribuiti nel corso del 2020 da diversi Enti appartenenti alla pubblica amministrazione» per un totale di 749.301,68 euro. Nell'elenco spiccano i 111.464,50 euro incassati il 10 dicembre 2020 dalla prefettura di Latina. Ente che il precedente 27 ottobre ha versato altri 107.717 euro, preceduti dai 105.395,17 euro del 21 settembre e dai 103.672,40 euro del 24 giugno. Data in cui Aid ha incassato altri 99.282,67 euro. Ma non è stata solo la prefettura di Latina ad affidare incarichi al consorzio guidato da Aline Mutesi: nella lista ci sono anche gli importi versati dal Comune di Termoli e da quello di Latina. La causale spazia, a vario titolo, dal «servizio di gestione dei centri di accoglienza» per la prefettura di Latina, all'«acconto progetto Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr)» per il Comune di Termoli. Il Comune di Latina, invece, ha versato 10mila euro il 7 agosto 2020 per il «bando multimisura per la concessione di contributi in ambito sociale».
Nel bilancio c'è anche l'indicazione degli emolumenti percepiti dal presidente del consiglio di amministrazione, Mutesi: «È previsto un compenso pari ad euro 4.000 mensili al lordo delle trattenute previdenziali e fiscali». In totale per salari e stipendi nel 2020 il Consorzio ha versato, emerge dal conto economico della società, 164.815 euro. Quanto a Karibu, presieduta dalla suocera di Soumahoro e amministrata anche dalla moglie, Liliane Murekatete, che risulta residente a Sezze, in provincia di Latina, nello stesso indirizzo indicato da Mutesi, rappresentante di Aid, i numeri sono meno lusinghieri. La società, impegnata nei «servizi domestici a sostegno del bisogno familiare, servizi di accoglienza e integrazione sul territorio di richiedenti asilo, rifugiati politici e immigrati», ha accusato per l'anno 2021 «un cambiamento nell'ambito lavorativo specifico della Cooperativa».
I progetti per l'assistenza degli immigrati, infatti, «sono stati quasi tutti messi da parte all'infuori della categoria minori». Il periodo successivo all'emergenza Covid, mettono nero su bianco gli amministratori, è stato negativo, al punto che Karibu «ha dovuto licenziare parecchi dipendenti, visto il cambiamento organizzativo del lavoro». Un «risultato negativo», come riconosciuto dalla stessa società, che contrasta con quanto percepito, a titolo di emolumento, dalla presidente del Cda, Marie Terese Mukamitsindo, che a quanto riferisce il quotidiano La Verità avrebbe incassato oltre 100mila euro.
IL RUOLO DEI SOCI
Non solo: dalla Nota integrativa al bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021, emerge che la spesa per il personale è stata di 865.930 euro (in calo rispetto ai 1.486.308 euro del 2020). E il costo delle prestazioni lavorative dei soci - la Karibu è una cooperativa sociale e quindi a mutualità prevalente di diritto - ha pesato per 392.801 euro. Numeri che rinfocolano le polemiche politiche. «Aumentano gli indizi di colpevolezza nei confronti dei familiari del deputato Soumahoro, eletto con una formazione politica che a parole predica accoglienza e solidarietà. Bene la procura della Repubblica di Latina sugli accertamenti in merito all'operato delle due cooperative Karibu e Consorzio Aid», attacca Marta Schifone di Fratelli d'Italia. Il collega di partito Massimo Ruspandini applaude invece alla decisione del ministro Adolfo Urso (Imprese) di «di disporre un'ispezione sui presunti casi di sfruttamento ed irregolarità. Fratelli d'Italia intende alzare l'attenzione su ogni forma di sfruttamento e violazione dei diritti sui luoghi di lavoro. Andremo avanti per accertare la verità».