Battaglia
Pd, guerra a Piantedosi: "Venga al Senato". E lui: "Non accetto lezioni"
La guerra contro Matteo Piantedosi inizia in modo ufficiale. Il Pd infatti ha chiesto un'informativa urgente del ministro dell'Interno in Senato sulla situazione dei migranti fermi sulle navi Ong nel porto di Catania. La richiesta è stata sostenuta da tutte le opposizioni. Questo è quanto trapelato, e poi confermato, della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Il ministro per i Rapporti Luca Ciriani ha riferito la disponibilità del titolare del Viminale a riferire giovedì prossimo o martedì 15 novembre.
A questo, si aggiungano le parole di Enrico Letta, che picchia durissimo contro Piantedosi: "Ha ragione Luigi Manconi su la Repubblica: dal porto di Catania - al fianco di chi ha lasciato tutto per il diritto a una esistenza dignitosa - passano oggi le ragioni più profonde dell'identità della sinistra italiana. È per questo che il Partito Democratico è lì da giorni. Ed è per questo che continueremo ad esserci, anche se non porta consenso, anche se in passato sono stati commessi errori, di prospettiva o di inazione", ha scritto il segretario sui social. E ancora: "Noi siamo quelli di Mare Nostrum, siamo quelli che si sono battuti per abolire i decreti Salvini, siamo quelli che in Europa con più forza e più argomenti reclamano responsabilità condivise e solidarietà. Noi siamo quelli che giudicano la selezione dei disperati una aberrazione e uno schiaffo alla civiltà e allo Stato di diritto", ha concluso.
Ma da par suo, Piantedosi ribatte alle accuse. In modo altrettanto duro. A margine della presentazione del calendario della Polizia, interpellato da chi gli chiedeva conto dell'espressione "carico residuale", aspramente criticata dalla sinistra, il titolare del Viminale ha replicato: "Se vi volete fermare all'esegesi delle espressioni burocratiche fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani". E ancora, Piantedosi ha aggiunto che i migranti "non sono in mare, sono al sicuro". La battaglia, insomma, è appena iniziata.