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Piantedosi, "chi vuole colpire davvero": fango del Pd senza limiti
Un "cavallo di Troia": così è stata definita la nuova stretta sui rave decisa dal governo di Giorgia Meloni e in particolare dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'opposizione si è subito schierata contro il provvedimento che inasprisce le pene per chi organizza eventi illegali di questo tipo. Secondo la sinistra, questa misura permetterebbe di incriminare anche chi manifesta in scuole o università o nei sit-in sindacali. Sotto accusa - come spiega Repubblica - il comma uno del nuovo articolo 434-bis del codice penale. Che punisce "l'invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica".
Sulla questione si è espresso il deputato del Pd Claudio Mancini: "Se l'occupazione di un liceo diventa reato da tre a sei anni, siamo di fronte ad un fatto abnorme, a una limitazione del diritto di riunione dei cittadini". Qualche perplessità è stata espressa pure da +Europa. Infatti per il coordinatore della segreteria Giordano Masini, "il decreto del governo sui rave party, una volta letto il testo, ha tutta l'aria di essere una cosa ben più seria e più grave di quanto sembrasse ieri".
Secondo Masini, "nella definizione di 'terreni o edifici altrui, pubblici o privati' ricade di tutto: i capannoni o i campi in cui vengono organizzati i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro, le piazze. E l'espressione 'può derivare un pericolo per l'ordine pubblico' è sufficientemente vaga per ricadere nell'arbitrio più assoluto. Di chi? Essenzialmente dei prefetti, ovvero del governo".