Dossier Colle
Meloni, il piano: Mario Draghi al Quirinale (con l'ok di Mattarella)
Dove rivedremo Mario Draghi? Ma al Quirinale, ovviamente. Il premier, riferivano gli indiscreti degli ultimi giorni, ha accolto con discreta gioia la prospettiva di ritirarsi momentaneamente a vita privata e svicolare, così, dall'autunno e dall'inverno caldissimi (anzi, gelidi) che attendono l'Italia e l'Europa. Tornato a tempo di record nella sua Città della Pieve, a godersi la vita vera con la moglie, la signora Maria Serenella Cappello, e i suoi amatissimi cani, l'ex premier si è concesso giusto una capatina a Roma domenica scorsa, per la cerimonia della campanella e il passaggio di consegne formale al suo successore, Giorgia Meloni.
Dopodiché è tornato nell'ombra: nessuna nota, nessuna dichiarazione, nessun commento o velina fatti filtrare attraverso giornalisti fidati. Per rispetto della neo-premier, certo, ma anche per volontà di sparire dal radar della politica. Almeno per un po', perché presto il dovere potrebbe richiamare in servizio il "nonno della Repubblica", come si era profeticamente definito SuperMario lo scorso Natale, quasi auspicando una sua elezione a presidente della Repubblica.
Secondo Italia Oggi, il futuro di Draghi passerà di nuovo per il Quirinale. E' questo il dossier già scivolato sulla scrivania della Meloni e sul quale la leader di Fratelli d'Italia lavorerà "senza fretta, con la pragmaticità silenziosa che le è propria e con la caparbietà gentile che la contraddistingue". Sarà, spiega sempre Italia Oggi, "non sarà un passaggio cruento, indigeribile, ostile; bensì una cessione di testimone concordata (nei modi e nei tempi), auspicata, gradita", anche grazie alla grande sintonia che la Meloni è riuscita a creare sia con Draghi sia con Sergio Mattarella, costretto come Napolitano al bis al Colle.
Il suo secondo mandato non arriverà dunque a compimento (nel 2029 il presidente avrà 88 anni) ma si dovrebbe procedere a una ordinata staffetta. Sarebbe, in fondo, la ricompensa per Draghi e una carta da giocare all'estero. Utile, peraltro, oltre che a blindare il governo di centrodestra pure a disarmare la propaganda della sinistra.