Agitazione
Tagadà, Gasparri contro Mulè: "Non si fa con le interviste"
La parziale smentita non allontana la polemica. A rispondere a tono all'intervista di Giorgio Mulè è Maurizio Gasparri. Il sottosegretario di Forza Italia aveva puntato il dito contro Giorgia Meloni ammettendo di essere "deluso", salvo poi raddrizzare il tiro. Eppure questo non basta a placare gli animi. Il collega azzurro Gasparri, in onda su La7 con Tagadà, lancia un'esplicita frecciata a Mulè. Prima però il senatore ricorda a Tiziana Panella che "da sempre c'è la dicotomia tra chi sta al governo e i partiti e questa può creare invidia e dissidi". Un modo come un altro per dire che le agitazioni non ci sono solo in FI.
Poi prosegue: "Io penso che siccome quelli che sono al governo ora ci sono appena andati e sono persone da un'appartenenza adamantina a Forza Italia, visto che Antonio Tajani è uno quattro/cinque che fondò Forza Italia come la Bernini, quindi non ho dubbi". Questo però non toglie il fatto che "bisogna gestire questi problemi". Da qui il consiglio: "Con un partito che deve recuperare terreno, oltre a Berlusconi alla guida, si può decidere se mettere la guida nelle mani di chi ha incarichi di governo o meno".
Ma - e qui arriva la stoccata - "non lo si fa con interviste, perché le interviste portano al titolo e alla discussione sul 'titolo corretto' o 'titolo non corretto'. Io suggerisco di governare questo problema con Berlusconi e decidere cosa è meglio fare". Gasparri si scalda nel ricordare ai colleghi che "stamattina Tajani incontrava Macron e non mi pareva utile che dovesse leggere certe interviste sui quotidiani, poi smentite. Se uno non fa l'intervista, non corre questo rischio". Una strigliata arrivata anche dall'alleato di Fratelli d'Italia, Andrea Delmastro, che definiva Mulè "un amico, ma mi sembra che abbia ereditato la grammatica dalla sinistra".
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