Doppiopesismo
Nicola Fratoianni, la vergogna dell'ultras anti-Nato: il Pd? Muto...
Dopo aver fallito con l'antifascismo, la sinistra sconfitta alle urne è tornata alla carica con l'antieuropeismo del Centrodestra. A dar man forte a questa tesi, inutile nasconderlo, sono state le uscite di Silvio Berlusconi, che negli audio rubati è tornato a ribadire l'amicizia riallacciata con il leader russo Vladimir Putin. E allora ecco ripartire la macchina del fango che taglia e cuce le dichiarazioni ad arte. Nel tritacarne non è finito solo Silvio Berlusconi, ma anche Matteo Salvini. Al capo della Lega viene rinfacciata la sua ostilità alle sanzioni contro la Russia. Una posizione in realtà completamente inventata dalla sinistra, visto che Salvini ha sempre chiesto una «revisione» delle sanzioni «che fanno più danni a noi che alla Russia» e non la loro cancellazione. Come spesso accade il gioco della sinistra è quello di attaccare le divisioni- vere o presunte - altrui per nascondere le proprie.
Sì, perché proprio sulla guerra russo-ucraina, l'invio di armi a Zelensky e l'allargamento ad Est della Nato ad avere più di un problema di coerenza è proprio la sinistra. A partire dal Pd che ha più di un esponente "scettico" verso armi e sanzioni. Così se l'onorevole Lia Quartapelle, responsabile esteri del partito, annuncia la fondazione alla Camera dell'intergruppo Italia-Ucraina, solo una settimana fa il partito si spaccava su quale manifestazione per la pace appoggiare e quale ignorare. Senza dimenticare la gaffe epocale al corteo della Cgil, con esponenti del Pd a sfilare assieme ai filo putiniani che esponevano striscioni inneggianti a Gazprom e contro gli Stati Uniti. Poi ci sono i battitori liberi come Erasmo Palazzotto, di recente tornato a far parte della "Ditta", che pochi giorni dopo l'invasione russa diceva: «La cessione di armamenti all'Ucraina rappresenta il primo gesto di una partecipazione militare del nostro paese al conflitto». E sulla stessa linea anche la nuova stella della politica Dem, Elly Schlein, che poco prima delle elezioni sull'argomento spiegava: «Penso che la pace non si faccia mai con le armi», senza però condannare «che abbraccia la resistenza ucraina». Per non parlare della sinistra estrema, il duo Bonelli-Fratoianni che ha votato contro la fiducia al governo Draghi che chiedeva un nuovo aumento delle spese militari per inviare armi all'Ucraina. Fratoianni è andato anche oltre, votando in maniera negativa anche all'ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, dimostrando ancora una volta che la sinistra estrema italiana resta convintamente anti atlantista. Eppure il Pd non si è fatto problemi ad imbarcare sia Bonelli sia Fratoianni nella strana alleanza poi naufragata alle elezioni dello scorso 25 settembre. Evidentemente quando si tratta di intercettare voti la sinistra diventa di bocca buona e anche gli anti atlantisti vanno bene.
CONTE E GLI ANTI NATO
Che dire poi dei Cinquestelle, che da anni al proprio interno si divide tra pro-Nato e anti-Nato? Sull'invio di armi, poi, la posizione di Giuseppe Conte è sempre stata chiara, tanto che fin da subito si è detto contrario all'invio di armi anche se poi in Parlamento hanno votato tutte le risoluzioni - e che anche ieri, all'uscita dalle consultazioni al Quirinale ha ribadito che fin qui «La strategia ha tracciato un percorso lastricato da un'escalation militare che ci sta esponendo a un conflitto atomico e alla recessione economica. Serve tracciare un solco». Parole chiare, molto poco interpretabili. Eppure anche con loro Enrico Letta ha flirtato e flirta. Giusto l'altro giorno il segretario dimissionario del Pd ha avanzato la proposta di una opposizione unitaria di tutti i partiti sconfitti nelle urne. Anche qui, evidentemente, le posizioni filo-putinianenell'interpretazione dem- fanno ribrezzo solo quando vengono applicate agli avversari. Concludendo la situazione è abbastanza chiara: nel Centrodestra, seppur con sfumature e sensibilità diverse tutti hanno sempre appoggiato l'Ucraina e difeso la scelta atlantista dell'Italia. Eppure per la sinistra sono poco affidabili. Per contro nel Centrosinistra le posizioni anti-Nato vengono trattate con sufficienza, quasi non esistessero. E il gioco continua. Chissà quale altra polemica s' inventeranno dopo che Giorgia Meloni avrà varato il suo governo.