Consiglio federale

Matteo Salvini, "tutela assoluta". Consiglio Lega, rumors pesantissimi

Blindato e spinto al governo. Dopo 3 ore di Consiglio federale, Matteo Salvini esce un po' più forte. Il segretario della Lega era stato messo in dubbio da Grimoldi e Bobo Maroni, che poche ore prima avevano chiesto ufficiosamente un cambio al vertice del Carroccio dopo "l'insoddisfacente" (parola di Salvini stesso) 8,7% delle elezioni politiche. C'era anche aria di Congresso anticipato, ma per ora i big del partito dicono no. Fonti leghiste fanno sapere, al termine dell'incontro politico dei maggiorenti, che "c'è stata una discussione franca" dalla quale però "è emersa la tutela assoluta del segretario federale" Salvini. "Hanno parlato tutti e nessuno lo ha messo in discussione".

Una foto diffusa dallo staff della comunicazione della Lega testimonia "il clima di condivisione": tutti sorridenti, con Salvini seduto accanto a Luca Zaia. Poi Massimiliano Fedriga vicino ad Attilio Fontana. Poco dietro Giancarlo Giorgetti. Sono piccoli, ma importanti segnali: Zaia è considerato un papabile per la segreteria leghista, Giorgetti il più "draghiano" del partito, mentre c'è chi mette in dubbio la ricandidatura di Fontana alla presidenza della Regione Lombardia, confermata a invece a più riprese da Salvini. 

Nel corso dei lavori è poi emersa la richiesta unanime di avere Salvini al governo. Nessuna posizione specifica, ovviamente: il Viminale sarebbe la casella "naturale" perché già occupata durante il governo gialloverde, mentre c'è chi ipotizza anche il ruolo di vicepremier accanto alla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Anche in questo caso, un incarico già ricaperto nella precedente esperienza di Salvini al governo, insieme all'allora grillino Luigi Di Maio, come "suggeritori" del premier Giuseppe Conte.