Il leader della Lega
Matteo Salvini: "Ecco quale sarà la prima legge che faremo"
Ci aspetta una «crisi spaventosa», ammette Matteo Salvini. «Il problema non è se fa freddo a dicembre, il problema è il 10 settembre. Perché se il sindaco ha la bolletta quadruplicata, deve scegliere se raddoppiare le tariffe per i disabili o ridurre i posti». Idem per le case di riposo. Di fronte a tutto questo, attacca il leader della Lega, accolto in Veneto con un'ovazione da 400 sindaci, il Pd scommette sul peggio: «Siccome abbiamo già perso», sarebbe il ragionamento dei dem, «gli rendiamo complicato governare». Le sanzioni alla Russia? «Sono l'unico caso della storia in cui il sanzionato ci guadagna e il sanzionatore ci perde».
In un giorno solo il Capitano tocca il NordEst: è in Trentino, Friuli e poi Veneto. Da Venezia, il leader della Lega, presentando il libro "È l'Italia che vogliamo" di Giuseppe Valditara e Alessandro Amadori, intervistato dal condirettore di Libero Pietro Senaldi torna sui temi caldi di questi giorni. Primo fra tutti, la crisi energetica. Problema non urgente, urgentissimo. I sindaci, già ora, osserva Salvini, si trovano a dover scegliere «se aumentare la retta per le case riposo o spegnere l'aria condizionata». Eppure, affrontare il discorso è complicato. A Mestre con accanto il governatore Luca Zaia, il Capitano rilancia l'autonomia, cavallo di battaglia della Lega: «Verrà fatta nel primo Consiglio dei Ministri del prossimo governo, non scherziamo», e giù applausi. «È il momento giusto, andiamo a vincere». Sul tema energetico, «buona parte della politica sta dissertando se parlare di luce e gas è fare un favore a Putin. No», obietta Salvini, «conviene ai nostri operai». A meno che, aggiunge, «qualcuno non giochi al peggio».
ATTACCO A PD E M5S - E qui Matteo attacca il segretario del Pd, Enrico Letta: «Sa che perderà le elezioni, allora dice: "Alimentiamo il casino.
Non facciamo niente adesso e poi piazziamo uno sciopero generale a metà ottobre per luce e gas perché costano"». Pausa. «Amico mio, è da un mese che dico che bisogna intervenire!». Le lamentele degli artigiani, il grido dei commercianti arrivano a tutti. Eppure, accusa, i dem non hanno risposto all'appello di chi, come lui, aveva chiesto a tutte le forze politiche di trovarsi e ragionare su un intervento da fare insieme ora. Invece, niente. «Ci vanno di mezzo milioni di lavoratori? Carne da macello». Cosa farebbe la Lega oggi? «Quello che hanno fatto tutti: un tetto al prezzo del gas e la differenza ce l'ha messa lo Stato». Perché, sì, «la guerra è maledetta, sciagurata». Ma le sanzioni sono servite? Salvini non ha paura di ridirlo: no, neppure in serata su Rete4 quando gli fanno notare che Giorgia Meloni ha appena ribadito che per lei invece le sanzioni funzionano. «Non Salvini ma qualunque economista ha notato che le sanzioni invece di mettere in ginocchio la Russia stanno in mettendo in ginocchio l'Europa e l'Italia. Penso che la Meloni speri che le sanzioni nei prossimi mesi siano efficaci».
Ancora: «Io condanno la Russia, ma sono passati sei mesi e le sanzioni non hanno provocato l'effetto sperato. E non lo dice la Lega, osserva, «lo dice l'Economist, lo documenta il Fondo monetario. Il problema quindi è che l'Europa, come durante il Covid, apra un ombrello, un paracadute che protegga migliaia di imprese e milioni di lavoratori».
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OLIMPIADI INVERNALI - Il leader della Lega ha, poi, attaccato Beppe Grillo: «Se avessimo ascoltato i no dei 5Stelle non avremmo gas e termovalorizzatori, andremmo in giro con i monopattini a rotelle». Il bersaglio sono le parole del fondare del M5S sulla cementificazione che comporteranno le Olimpiadi invernali. «Sono 5 miliardi di euro che non andrebbero ai lavoratori. Grillo lo spieghi ai sindaci di Milano e Cortina». Sull'energia, Salvini attacca tutti quelli che hanno contestato il nucleare di nuova generazione: «Sapete qual è la fonte energetica più sostenibile in Europa oggi? Fotovoltaico 4%, biomasse 6%, idroelettrico 12%, eolico 13%, ma di gran lunga la prima fonte verde è, con il 47%, il nucleare. Però purtroppo in Italia non è contemplata». E ne ha anche per certa stampa, che accusa di essere pregiudizialmente contro di lui: «Ieri ero a Treviso, c'era tanta gente e oggi un quotidiano mi contestava perché in piazza c'erano pensionati e teenager. Poi è lo stesso che magari il giorno prima sottolinea che i giovani si disinteressano alla politica. Ecco», ha concluso, «a Letta, se va a Treviso, basta un bar. Ma io ci sono abituato. Sorrido e aspetto il 25».