Orgoglio meneghino
Matteo Salvini, "un ministero a Milano": la sfida del leghista
Tutti i leader a Cernobbio, per il Forum Ambrosetti. Tra i loro interventi anche quello di Matteo Salvini, che torna a parlare delle sanzioni, dopo aver affermato di ritenere necessario rivedere quelle contro la Russia, alla luce delle conseguenze pesantissime che sta pagando l'Italia. "A occhio il dibattito sulle sanzioni si sta allargando", ha premesso il leghista.
"Come per superare il Covid l'Europa ci ha offerto uno scudo per combattere l'energia non basterà ridurre il termostato - ha poi aggiunto -. Andiamo avanti sulla via delle punizioni del regime che ha aggredito ma proteggendo i nostri imprenditori e lavoratori perché vincere guerra e ritrovarsi poi un Paese in ginocchio non servirebbe a molto", ha sottolineato.
Salvini ha poi messo in chiaro: "Andiamo al governo e cambiamo le alleanze? No. Restiamo profondamente, orgogliosamente e stabilmente radicati in un occidente libero e democratico che non crede nella guerra e nell'aggressione ma se si adotta uno strumento per danneggiare l'aggressore e siamo al settimo mese di guerra questa è non si è danneggiato, quanto meno ragionare su un cambio mi pare legittimo".
Dunque, cambiando argomento, una clamorosa proposta per il post-voto, nel caso in cui il centrodestra arrivasse al governo. "Un ministero per l'intelligenza artificiale, innovazione e digitalizzazione che porti l'Italia nel futuro e raduni competenze sparse. Un ministero a Milano dove ci sono brevetti e grandi sedi, un di più, è il bello dell'autonomia", ha avanzato Salvini la sua proposta, aggiungendo che l'idea è venuta nel corso di un colloquio con un imprenditore presente in sala.