Ritirata strategica
Pd, Enrico Letta si è già arreso: "Io premier? No, non è la mia priorità"
Enrico doppia faccia. Lo dice di se stesso, lui, Letta. Andare a Palazzo Chigi gli piaceva prima. Adesso non più. In un'intervista all'Espresso la resa del segretario del Pd, e c'è chi gli dice che allora si poteva tenere Calenda. Di più, in una giornata abbastanza effervescente, Letta riesce anche a scatenare il panico dalle parti di Capalbio, esaltando il Fratoianni pensiero contro i jet privati. Ma andiamo per ordine, appresso a Letta si rischia altrimenti di andare come quell'ubriaco che si faceva un lampione dopo l'altro. Il suo procedere a zig zag rende difficoltoso qualunque inseguimento.
SENSO DEL DOVERE
A ventidue giorni dal voto, l'uscita del segretario del Pd sulla premiership ha del clamoroso. L'Espresso gli domanda: Palazzo Chigi per lei è un'ossessione? «Lo è stato prima per l'altro Enrico, oggi non è tra le mie priorità, non è una mia aspirazione, lo rifarei esclusivamente per senso del dovere. Non è il lavoro che amerei fare di più nella vita». Testuale. Governare il proprio Paese come un atto d'ufficio ("senso del dovere"). Applausi. Non avevamo capito che c'era l'altro Enrico, quello con una decina di anni di meno che per andare a fare il premier si beccò anche l'abbraccio di Silvio Berlusconi fino al momento di essere detronizzato da Matteo Renzi. Con questa confessione, si capisce ancora di più la stizza quando gli toccò consegnare la campanella presidenziale proprio a Renzi. Ci teneva proprio, "l'altro Enrico". Ora c'è quello che giura di del 25 settembre: gli basta fare il deputato... Per arrivare al gran gesto, essere meno vorace. Ma allora, ci si chiede, perché ha fatto fuori uno ad uno tutti i suoi potenziali alleati tranne Fratoianni e Bonelli? Il front runner del centrosinistra smart si trasforma in un timido competitore della partita Letta ammette di aver analizza to i suoi errori e le occasioni mancate: «Ho interpretato in maniera sbagliata il mio ruolo al governo. Troppo timido, difensivo, istituzionale». Oggi farebbe a botte? «Ero un minimo comun denominatore, un federatore per risolvere un problema complesso. Stare per starci- ha sottolineato il segretario dem è deleterio: non capiterà mai più - assicura - di rinunciare alle mie idee». Adesso evidentemente gli piace guerreggiare e quindi Palazzo Chigi non è il suo posto. Ma veramente Draghi fa proprio quello... Ma la giornata di Letta ha avuto un picco anche alla Festa dell'Unità di Milano. I compagni snob hanno avuto più di un mancamento nel collegarsi con le notizie che provenivano dal capoluogo lombardo. Non era un raduno parasovietico, né la riunione di una cellula di Sinistra italiana. Era proprio lui, Letta, che parlava di jet privati con accanto un illustre pensionato come Carlo Cottarelli, che in pensione ma, a 70 anni, ci vorrebbe mandare gli italiani.
CESTINATO DRAGHI
Cestinata l'agenda Draghi, Letta ha cominciato a studiare il manuale Fratoianni dopo che anche Beppe Grillo se ne era uscito. Rendere impossibile la vita a quel centinaio di proprietari di jet italiani? Fatto. «Questo è un tema che anche a livello europeo sta facendo dibattere - ha spiegato Letta quindi discutere su nuove forme di regolamentazione di come i cieli vengono attraversati è una cosa positiva. Non ho - nessun dubbio che forme di regolamentazione di come le autostrade dei cieli vengono usate è nella logica delle cose e ne stanno parlando in tutti i Paesi». Sulla stessa linea c'è anche il candidato dem Cottarelli, più esplicito: «Chi ha il jet privato in questo momento dovrebbe pensare che forse non è una buona idea usarlo. Ho sentito tanta gente in giro dire che sia una buona idea quella di limitare i jet, soprattutto se si andasse verso una situazione di razionamento dove in quel caso salterebbero tante logiche di mercato». Insomma, c'è concorrenza a sinistra nell'assalto alla ricchezza e Letta non vuole stare fuori dal campo. Nel Pd si attende comunque che dal cielo il segretario scenda sulla terra e si accorga delle reali priorità degli italiani. Forse è per questo che fa bene a dire di non essere ossessionato da Palazzo Chigi. Una cosa deve averla capita: con questi ondeggiamenti è ben difficile che possa ritornarci.