Il caso
Pier Ferdinando Casini: "Proteste su di me? Non mi hanno fatto piacere"
Pier Ferdinando Casini ha le idee chiare. Alla poltrona non ci rinuncia. Nemmeno se per la sua candidatura deve fare i conti con la sommossa della base Pd a Bologna. Ed è proprio Casini a spiegare la sua posizione: "Non mi ha fatto piacere la reazione di alcuni circoli Pd alla mia candidatura, ma la capisco e la rispetto. È chiaro che una candidatura come quella di Sandra Zampa è molto più parte della storia della sinistra di quel che puó essere la mia. Perché è vero: io ho una storia diversa". Parole chiare che hanno anche il sapore della sfida contro i dem bolognesi.
Poi lo stesso Casini parla, come riporta Italpress, della campagna elettorale: "Evocare il rischio fascismo per me è un errore. Difendere la Costituzione invece è doveroso. Intendiamoci: l’elezione diretta del Capo dello Stato è democratica e tante esperienze lo dimostrano, dagli Usa alla Francia. Ma introdurla da noi significa scassare l’unica istituzione che ha dato di sé un’ottima prova. Io voglio continuare ad avere un presidente arbitro, non un giocatore coinvolto nelle risse quotidiane. Non è un caso che tutti gli italiani vedano in Sergio Mattarella un pater familias da cui si sentono rappresentati e garantiti".
Alla domanda se voterebbe il Ddl Zan, Casini ha risposto: "Stare in un gruppo parlamentare significa esprimere le proprie opinioni e poi decidere collegialmente coi colleghi. In questa logica ho votato per le unioni civili e a questa logica mi atterrò. Peraltro sui diritti bisogna tener presente anche il tema generazionale. Quando parlo con mia figlia diciottenne dello Zan vedo che sul tema della sessualità ci sono sensibilità diverse".