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Silvio Berlusconi, "raffica di esclusi": chi è rimasto fuori
I "no" fanno male. E stavolta, più che in passato, da Silvio Berlusconi ne sono arrivati tanti. Non direttamente da lui, in realtà. Perché il Cav è a Villa Certosa e lo staff ha fatto filtro, per evitare che il leader azzurro fosse assediato dai delusi: quelli finiti in coda ai plurinominali e quelli a cui è stato proposto un collegio difficile, quando non impossibile. O lontano dalla propria città di residenza. Il quadro è definito. E già si contano morti e feriti. Silvio, con una nota, ringrazia i candidati che hanno accettato "sfide difficili", mentre tace su chi ha rifiutato o non è stato proprio contattato per la ricandidatura. Non si seda intanto la polemica interna sui "catapultati". Con la presidente del Senato Elisabetta Casellati candidata in Basilicata e Annamaria Bernini che ha preso il collegio di Padova, originariamente riservato alla seconda carica dello Stato. A farne le spese il sottosegretario all'editoria Giuseppe Moles, che in Lucania ha il suo baricentro elettorale.
Altro volto noto che non tornerà alla Camera è Andrea Ruggieri, che per un periodo è stato responsabile della comunicazione tv del partito. «Sono stato leale, molto leale», precisa il deputato sui social, chiarendo di non aver rifiutato una posizione non sicura: «Ho avanzato alcune proposte di candidatura a Forza Italia, da cui non ho nemmeno avuto risposta. La regola d'ingaggio era: «Tutelare anzitutto gli uscenti». Ma pur essendo io un deputato uscente, che a Forza Italia ha fatto sempre fare una bella figura, mi sono stati preferiti esordienti anonimi e senza titolo», conclude Ruggeri, che tra l'altro è il nipote di Bruno Vespa. Dà l'annuncio del suo addio al Parlamento anche Renata Polverini: «Ho declinato la proposta di una candidatura al Senato che sarebbe stata di pura testimonianza. Non ne faccio un caso personale considerato che moltissimi colleghi, ancor più meritevoli di me, non sono stati presi in considerazione in virtù di una logica che francamente sfugge».
Fuori, a quanto emerge, anche il deputato Simone Baldelli, uno dei parlamentari più presenti in Aula, già vicepresidente della Camera e storico delegato d'Aula del gruppo azzurro, protagonista di varie battaglie a difesa di consumatori e automobilisti. Rischia di non farcela l'ex manager Fininvest, il senatore Alfredo Messina, attuale tesoriere del partito, che fino ad ora si è occupato della grana dei "morosi" azzurri. Pure Sesti no Giacomoni, collaboratore storico del Cav, occupa una posizione fortemente a rischio nel Lazio, al terzo posto nel proporzionale Camera. E non parte in pole position anche Katia Polidori, responsabile "Azzurro Donna", capolista in Umbria. Dopo quattro legislature resta fuori il senatore con doppia tessera, Fi e Lega, Francesco Giro. Sfida difficile anche per un altro fedelissimo come Valentino Valentini, responsabile esteri del partito e uno dei vicepresidenti del gruppo alla Camera, dirottato dalla Lombardia all'Emilia Romagna. Nessuna candidatura, invece, per il leader dei giovani azzurri Marco Bestetti. Il coordinamento dei giovani di Forza Italia esprime «amarezza e delusione per le liste».