Intervista a Libero
Lorenzo Fontana: "Ora arriveremo fino in fondo". Cosa farà subito la Lega
«Quando Di Maio ha annunciato la nascita del suo nuovo movimento e ha detto l'esatto contrario di ciò che aveva sostenuto fino al giorno prima, ho guardato mia moglie e l'ho pregata: "Se divento così fammi smettere di fare politica". Ecco, con lei sono stato un po' più colorito. Mi sono vergognato per lui».
Fontana: nonostante il raffreddore la trovo in gran forma. Anche Salvini negli ultimi comizi sembra rinato: avete preso in prestito da Letta "gli occhi di tigre"?
«La verità è che nel governo di larghe intese, soprattutto col Pd, non stavamo per niente bene. Ora possiamo essere di nuovo pienamente coerenti coi valori della Lega e del centrodestra per tentare di migliorare il Paese. Siamo molto carichi e Salvini come tutti noi si sente libero, e così dev' essere per tutti i militanti. La Lega è nata per la libertà e per valorizzare i territori. Ora possiamo di nuovo urlare a squarciagola le nostre battaglie e i nostri ideali: prima con l'emergenza Covid c'erano altre priorità».
Lorenzo Fontana, 42 anni, veronese ricandidato all'uninominale nella sua città, oltre che il vicesegretario leghista, è uno dei migliori amici di Salvini col quale ha condiviso la permanenza al parlamento europeo dal 2009 al 2018 e per qualche tempo anche l'appartamento a Bruxelles. Ministro per la Famiglia e le Disabilità all'inizio del governo Conte, è stato poi titolare del dicastero per gli Affari europei. Per la Lega è ancora l'ufficiale di collegamento coi partiti identitari della Ue. La notte dell'elezione di Donald Trump era l'unico politico italiano ospite della Trump Tower.
Torniamo alle vostre battaglie: in Veneto, storico feudo leghista, la più sentita è l'autonomia. Sono passati quasi 5 anni dal referendum. Doveste vincere le elezioni sarà l'ultimo treno...
«Non c'è dubbio. Io per primo sarei in grossa difficoltà a terminare la legislatura senza averla portata a casa. Tutto il centrodestra ha firmato l'obiettivo nel programma di governo e ci impegneremo fino alla fine. La lotta per l'autonomia fa parte del dna della Lega, è una lotta per la nostra gente ma è una battaglia difficile perché lo Stato centrale non ha nessun interesse a concederla. Perderebbe potere e perdere potere significa perdere soldi, ma mi lasci ricordare anche un altro paio di cose».
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Prego.
«Coi 5Stelle prima e le larghe intese poi è stato impossibile, penso che i cittadini l'abbiano capito. Ha visto dov' è andata a finire la Gelmini, che è tuttora ministro per le autonomie? Diceva che era tutto pronto, e invece... Comunque abbiamo chiesto ai nostri governatori, in particolare a Zaia e Fontana, di non mollare».
Scusi: non sarebbe più facile chiedere a Zaia di prendere il posto della Gelmini dopo il 25 settembre?
«Da veneto, per me, sarebbe un conflitto d'interessi, perché vorrei che la mia regione continuasse a essere amministrata così, e lui ha ancora due anni e mezzo di mandato».
Una risposta da grande democristiano...
«Guardi: io penso che Zaia stesso preferisca restare in Veneto. Però è ovvio che se lui fosse disposto a ricoprire la carica di ministro per le Autonomie sarei contentissimo, perché la porteremmo a casa, non ho dubbi».
Un giorno, secondo la stampa di sinistra, la Russia lavora per far vincere il centrodestra. L'indomani la Pravda scrive che la Meloni è pericolosa. Al di là delle accuse di fascismo e razzismo che stando ai sondaggi non sortiscono alcun effetto, sembra che il Pd abbia puntato sull'arma della delegittimazione internazionale.
«Credo che agli italiani, alle prese col carovita, interessi poco o nulla di cosa scrivono all'estero: la gente vota con la propria testa e sa benissimo che il nostro Paese è e resterà atlantista, che siamo e resteremo convintamente una parte importante della Nato.
Che poi: non è che al giorno d'oggi le strategie politiche di un Paese o le alleanze cambino se vince un partito o l'altro. A sentire la tivù o leggere i giornali pare tutto semplice, ma la storia delle nazioni dell'Est Europa, solo per fare un esempio, è cambiata con la caduta del muro, con un evento epocale».
Gentiloni ha detto che il Pnrr non può essere modificato.
«Ma Gentiloni lo sa che dopo la stesura del Pnrr ci sono state una guerra e l'impennata dei costi dell'energia e delle materie prime? Il Pnrr va modificato per forza: il mondo è cambiato».
Antisemitismo, negazione dello Stato di Israele, frasi violente: Letta ha sbagliato la selezione dei giovani?
«Credo che abbia investito male: se le nuove leve sono queste è chiaro che nel Pd sta prendendo piede l'ala estrema della sinistra. Dopodiché è evidente che il partito è in grossa difficoltà: Letta sperava nel campo largo e gli è saltato in aria in modo fragoroso, sa che farà fatica a riconfermare anche una parte di deputati che lui invece voleva blindare e allo stesso tempo ha puntato sul repulisti dei renziani. Con questi giovani pensava di portare un valore aggiunto ma al contrario si stanno rivelando un boomerang. La nuova classe dirigente Dem, diciamo così, lascia un po' sconcertati».
Non pensa che la Lega ultimamente abbia trascurato il Nord?
«Direi di no: non a caso è probabile che alle elezioni verremo premiati soprattutto lì».
D'accordo, ma è una vostra roccaforte, non sarebbe una novità.
«Sicuramente a parte del nostro elettorato non è piaciuto il governo di larghe intese, questo sì, ma quando eravamo nelle condizioni alcune partite importanti le abbiamo vinte: penso alla flat tax per 2 milioni di lavoratori autonomi, a Quota 100, al blocco dell'immigrazione clandestina. Ora tra la nostra gente l'aria è tornata frizzante».
Salvini dice di avere in testa il futuro ministro degli Esteri e per la Giustizia ha indicato la Bongiorno. Lei vuole tornare alla Famiglia e alle Disabilità?
«Ci sono cose nella vita che non si possono sapere: questa è una di quelle».