In tilt
Pd, Giuseppe Provenzano: "Renzi usò l'Armageddon", scatta la vendetta
Nel Pd la tensione ormai è alle stelle. Dopo l'annuncio delle liste dem per il voto del 25 settembre, all'interno del partito è una faida senza quartiere. Tutti contro tutti. Per capire quanto sia alta la tensione basta dare uno sguardo alla reazione rabbiosa di Luca Lotti escluso in blocco dalle liste insieme a Base Riformista, ma anche quella di Alessia Morani, di Monica Cirinnà (salvo poi accettare la ricandidatura in un collegio difficile) e le proteste di Ceccanti.
Di fatto tra le mura del Nazareno sarebbe scoppiata la guerra tra i fedelissimi di Letta e i renziani rimasti all'interno del Pd. Ed è su questo punto che arrivano come un siluro le parole del vice segretario del Pd, Giuseppe Provenzano: "Siamo stati il primo partito ad approvare le candidature, quasi all’unanimità. La stagione di Renzi nel Pd è superata da tempo, le sue liste elettorali furono un Armageddon contro chiunque non la pensasse come lui. Stavolta non è andata così, l’accusa è ridicola. Mi pare che l’attenzione alle nostre liste sia comunque un buon segno per la democrazia, semmai mi colpisce una certa indifferenza verso quelle degli altri. La maggior parte delle critiche arriva da persone che nemmeno si sognerebbero di votarlo, il Pd". Parole di fuoco che accendono ancora di più lo scontro durissimo all'interno del partito.
In un'intervsita al Corriere Provenzano ha anche parlato della candidatura di Crisanti: "Il professor Crisanti è un iscritto storico del Pd di Londra, da oltre trent’anni ai massimi livelli nel mondo della ricerca. È apprezzato da sempre nella comunità italiana all’estero, che non credo guarda i nostri talk. La sua disponibilità a correre con noi è un motivo di orgoglio. Di fronte a una destra che avrebbe condotto il Paese al caos durante la pandemia ammiccando ai No vax, Crisanti è un simbolo di rigore, serietà e scienza". Infine spiega, riprendendo le parole di Letta, quanto abbia pesato sulla scelta dei nomi il taglio dei parlamentari: "Ha pesato molto. Ma ancor più ha pesato la mancata riforma di questa pessima legge elettorale. Siamo stati gli unici, in questi mesi, a richiamare tutte le forze politiche sull’urgenza di un nuovo sistema elettorale, che garantisse maggiore rappresentanza".