Convinto lui...
Carlo Calenda, la sparata contro Berlusconi: "Quanti voti lascio a Forza Italia"
Carlo Calenda torna a precisare di non essere stato lui a tradire il patto con il Partito democratico. "Con grande sofferenza - ha ribadito - mi sono sfilato da una coalizione Frankenstein". Sì, perché solo cinque giorni dopo la stretta di mano con Enrico Letta, il leader di Azione ha fatto marcia indietro. Il motivo è chiaro: l'ingresso nella coalizione di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: "Con Enrico - spiega a Repubblica - ero stato chiaro: vuoi farli entrare? Falli entrare, ma non reggo la chiusura di un patto scritto anche con loro e serve un codice di condotta, non posso tollerare un bombardamento mediatico contro di me. Che invece, puntuale, è cominciato un minuto dopo la chiusura dell'intesa con il Pd".
E a chi lo accusa di aver divorziato in diretta tv, da Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, lui controbatte: "Gli avrò mandato 30 messaggi: fermati, stai buttando un'occasione, non prendo più un voto dal centrodestra". Proprio la vittoria quasi scontata di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia avrebbe spinto l'europarlamentare a firmare un patto con i dem. Nonostante questo, dice, "non è detto che Meloni vinca. Prenderò molti voti in uscita dal centrodestra, ci sarà una grande onda di consenso come è accaduto a Roma".
Strano ma vero, Calenda si dice certo che "se vado bene toglierò tantissimi consensi alla destra nel proporzionale e questo compenserà il risultato dei collegi, anzi il saldo per loro sarà negativo". Addirittura il numero uno di Azione si lascia andare ad azzardate previsioni: "Posso mandare Forza Italia sotto il 3 per cento". Una certezza su cui Calenda è pronto a metterci la mano sul fuoco, perché, "senza offesa per nessuno, la parte sana di Forza Italia è con me". Per lui infatti non è un caso l'ingresso di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini in Azione dopo l'addio a Silvio Berlusconi. Ora dunque a Calenda non rimane che sperare e, probabilmente, allearsi a Matteo Renzi: "Ci incontreremo per discuterne - mette comunque le mani avanti -, perché un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte. Non avrei mai fatto un accordo di governo con i 5S".