Come si cambia
Mara Carfagna, ecco quando insultava Carlo Calenda
A un certo punto il tono di Carlo Calenda si fa solenne: «Sono grato a Mariastella e Mara di essere venute. Sono la parte migliore, più attenta e illuminata di Forza Italia». Il leader di Azione è nella sede della Stampa estera in Italia per presentare i due nuovi acquisti in vista delle elezioni del 25 settembre: le ministre Gelmini e Carfagna, fresche di addio a Silvio Berlusconi. Le due ex forziste entrano da subito anche nella segreteria di Azione: «Le decisioni saranno prese insieme». Alle due, Calenda non risparmia elogi: «I gesti di dignità e coraggio in Italia oggi si contano sulla punta delle dita, non è facile cambiare partito». Carfagna, in particolare, è «una persona seria e coraggiosa, un ottimo ministro». Omaggio che l'ex ministro anticipa con un tweet di benvenuto prima della conferenza stampa. Come sono lontani i tempi in cui Carlo, in nome del «no» alle "armate Brancaleone", ai «fritti misti, ovvero un Centro con tutto il contrario di tutto», prendeva le distanze da Mara. Poco più di un anno fa, quando su alcuni quotidiani qualcuno vagheggiò per Carfagna nientemeno che la leadership di un ipotetico polo di Centro, Calenda bollò con queste parole l'ipotesi: «Non c'entra nulla con quello che stiamo facendo noi. Credo quindi che sia un'altra cosa. Non è un Centro riformista, ma un Centro che mette insieme tante debolezze per poter essere l'ago della bilancia».
CAMBIO DI ROTTA
Se oggi il leader di Azione aspira a mettere insieme più pezzi da contrapporre ai «populismi» («se poi Letta, Carfagna, Gelmini, Bersani, Renzi e Giorgetti dovessero decidere che è arrivato il momento per le persone serie di questo Paese di allearsi contro i populismi, a viso aperto alle elezioni, noi saremmo in prima fila con loro», 29 giugno 2022), nel 2021 si scagliava contro la prospettiva di mischiare le pere con le mele: «Renzi, poi Miccichè, poi un pezzo dei 5Stelle, con un pezzo di Toti, un pizzico di Brugnaro e tre di Forza Italia, non può essere così, è una visione di una politica molto parlamentare». Ma non è tutto. Se ora Carfagna è una colonna dello schieramento contro la destra più pericolosa di sempre («non c'è mai stata una situazione di pericolo così grande per l'Italia, ma non vincerà»), ieri era una parlamentare da sfottere. Il 29 giugno 2019, ad esempio, l'allora vicepresidente della Camera, ad Agorà, esprime perplessità sull'ipotesi che Calenda guidi un nuovo movimento di sinistra: «Il ragazzo mi sembra un po' confuso». Apriti, cielo: Carlo si precipita su Twitter e vomita su Mara i peggiori pregiudizi anti-berlusconiani: «Non ho il piacere di conoscerla, immagino che lei sia una politica capace e resiliente dopo vent' anni di Cosentino e Berlusconi. Le consiglio di occuparsi della sfida importante che l'attende piuttosto che del sottoscritto. P.s. "ragazzo" ci chiami Mezzaroma (l'ex marito di Carfagna, ndr)». A quel punto Mara non ci vede più: «Il cattivo gusto e la maleducazione di Calenda si commentano da soli. Oltre ad essere confuso, è un ragazzino viziato e cafone». Poteva Carlo resistere alla tentazione della nuova controreplica? Certo che no. Così, dopo essersi scusato per il riferimento personale, Calenda rincara la dose: «Non sono suo amico o conoscente. "Ragazzo" denota mancanza di educazione e una confidenza che non le ho mai accordato».
CORTEGGIAMENTI
Eppure oggi sono proprio Mara e Mariastella le punte di diamante di Azione, che sogna pure di imbarcare Renato Brunetta, altro fuoriuscito eccellente da FI. «Oggi non c'è, ma con lui ho comunque un'interlocuzione», rivela Calenda, che nei prossimi giorni promette di sciogliere la riserva sul posizionamento elettorale: alleato col Pd o in corsa solitaria al Centro? «Stiamo cercando di capire. Qualunque decisione la prenderemo insieme nei prossimi giorni». Ufficialmente dipenderà, spiega, dai numeri: quale schema può sottrarre più seggi all'odiata «destra sovranista e filo-Putin»? Ma una parte decisiva la giocherà il numero di collegi uninominali che il Pd è disposto a mettere a disposizione di Azione. «Ce ne sono pochi, pochi, pochi...», ammette Carlo. Le due ministre, intanto, ci mettono già la faccia non lesinando frecciate alla loro ex coalizione. «Ho la certezza di trovarmi in un partito in cui nessuno si sognerà di tramare con la Russia o con la Cina ai danni del governo in carica» (Carfagna). «Oggi la scelta è tra Draghi e Meloni. E Draghi è la persona più adatta per il Paese» (Gelmini). Proprio l'attivismo di Calenda sul fronte forzista scatena la reazione del vicepresidente azzurro, Antonio Tajani: «Forza Italia respingerà qualsiasi attacco. Calenda ha contattato esponenti di FI promettendo seggi».