Sbatte la porta
Mara Carfagna "si deve dimettere dal Parlamento": la bomba dai vertici FI
"Chi ha lasciato Forza Italia deve dimettersi dal Parlamento". Antonio Tajani, intervenuto questa mattina a The Breakfast club su Radio Capital, è durissimo con Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta: "E per prima cosa dovrebbero dimettersi dagli incarichi governativi", aggiunge il coordinatore di Forza Italia, "perché non si è ministri in quota personale, lo si è perché si è stati eletti all'interno di un partito".
Poche ore prima, la stessa Carfagna aveva scritto un intervento per La Stampa: "Caro direttore, oggi lascerò il gruppo parlamentare di Forza Italia e mi iscriverò al Gruppo Misto. Lo lascerò con riconoscenza verso Silvio Berlusconi, che mi ha dato l'opportunità di entrare in politica e mi ha a lungo sostenuto nel mio impegno". "La revoca della fiducia al governo Draghi ha segnato una radicale inversione di marcia e una evidente sottomissione all'agenda della destra sovranista, che chiedeva di anticipare il voto per incassare subito una probabile vittoria". In questa legislatura, dal voto sull'elezione di Ursula Von der Leyen alla battaglia su vaccini e Green Pass, rileva Carfagna, "Forza Italia era stata ben attenta a distinguersi da Matteo Salvini e Giorgia Meloni".
Insomma, il voto di sette giorni fa sulla fiducia al governo "ha cancellato, insieme con il patto di salvezza nazionale garantito da Mario Draghi, l'imprinting moderato che il centrodestra aveva conservato per quasi un trentennio, malgrado il progressivo ridimensionamento di Forza Italia. Le conseguenze - continua il ministro - sono oggi chiare a tutti: la destituzione del premier più ascoltato e prestigioso d'Europa, l'interruzione della "messa in sicurezza" del Paese, la fuga degli investitori (ne abbiamo ogni giorno notizia), l'immagine dell'Italia che torna instabile e inaffidabile".
Per la Carfagna "tutto questo di sicuro non risponde alle aspettative di un elettorato moderato stanco di avventure, di fuochi d'artificio dialettici e di una visione delle grandi emergenze italiane - l'invecchiamento della popolazione, l'immigrazione clandestina, il debito pubblico, le mancate riforme, il lavoro povero e il calo del potere d'acquisto delle famiglie - fondata sulla propaganda anziché sul coraggio di affrontare i problemi e risolverli". Deve esserci per Carfagna una politica "efficiente e pragmatica che personalmente voglio continuare a difendere: una politica che produce risultati e non illusioni, vantaggi per le persone e non polemiche quotidiane. Non sono la sola, siamo in tanti a vederla nello stesso modo. Sappiamo tutti che c'è una larga parte dell'elettorato che non si rassegna alla prevalenza degli estremismi, ma non mi nascondo la difficoltà di trasformare questa visione in scelta politica, in un sistema che praticamente obbliga alle coalizioni e condanna all'irrilevanza chi non si associa. E tuttavia questo sforzo andrà fatto. Questo percorso dovrà essere avviato".