La macchina del fango
Crosetto, ira per la prima pagina di Repubblica contro Meloni: "Oltre il limite della decenza"
La campagna elettorale è iniziata da pochi giorni. E Giorgia Meloni sta subendo una campagna denigratoria di rara violenza e intensità. O meglio, quella violenza e intensità che si scatenano sempre contro il candidato forte del centrodestra: Silvio Berlusconi prima, Matteo Salvini poi. Ora tocca a lei, alla leader di Fratelli d'Italia. In prima fila Repubblica e Domani. E la prima pagina di oggi, martedì 26 luglio, di Repubblica, ha scatenato la rivolta di FdI.
Una enorme foto della Meloni, con dito alzato e sguardo un poco minaccioso. Titolo: "Il diktat". Quale diktat? Semplice: il fatto che la Meloni abbia ricordato agli alleati che "senza accordo sul premier, non ha senso andare al governo insieme". Altro che "diktat": semplice presa di posizione che ricalca il principio cardine del centrodestra che ora, però, è stato messo in discussione, ossia "chi ha più voti governa".
Ad aprire il fuoco contro Repubblica, un indignato Guido Crosetto. Il "gigante" rilancia su Twitter la prima pagina di Repubblica e picchia durissimo: "A Repubblica non bastava infarcire quotidianamente il giornale di articoli che insultano, attaccano e diffamano, Giorgia Meloni e Fdi. Era troppo poco. Quindi oggi hanno raggiunto un nuovo livello, superato altri confini: quelli della decenza, del buon gusto e del rispetto", tuona Crosetto. Dunque il deputato Augusta Montaruli: "Volgarità ne abbiamo lette tante ma la foto di Giorgia Meloni pubblicata oggi in prima pagina da Repubblica è una caduta di stile e un attacco oltre ogni decenza. Una foto che è una chiara e grave allusione che se riservata a chiunque altra desterebbe il giusto scandalo. Invece, nel tentativo di demonizzare Fratelli d'Italia viene estrapolato e mostrato uno scatto inaccettabile". E ancora: "Chiediamo a tutte le donne, incluse quelle di sinistra, di ribellarsi a questa volgarità e mancanza di rispetto. Giorgia Meloni è la nostra apripista per un'Italia in cui essere donna non significhi accettare questi trattamenti disgustosi".
Quindi le parole di Carolina Varchi, deputato FdI: "Ho trovato stomachevole la prima pagina di Repubblica di oggi. La foto scelta, infatti, contiene una chiara e volgare allusione sessista contro Giorgia Meloni, nel vano tentativo di minarne autorevolezza e credibilità", scrive una nota. Questo, avverte, "non è giornalismo libero ma solo machismo da taverna nei confronti dell'unica donna leader in Italia e in Europa, allaquale va tutta la mia vicinanza per l'hai attacchi indegni che sta subendo. Mi aspetto di sentire forti le voci di dissenso di tutte le donne impegnate in politica e nell'associazionismo femminista, diversamente dovremo prendere atto che il rispetto per le donne è - a loro modo di vedere - sempre dovuto a meno che le donne offese non siano di Fratelli d'Italia", conclude Varchi.
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Un'operazione di bassissimo livello, quella di Repubblica, che negli ultimi giorni sta offrendo il meglio del peggio: il presunto "allarme-fascismo", il timore degli Stati Uniti per un ritorno - ancora - del fascismo. Dunque il pezzo sul "fattore M", in cui si legava la "M" di Meloni a quella di Mussolini. Una deriva violenta, feroce, estrema, contro la quale da sinistra nessuno alza un dito.