L'appello
Centrodestra, il delirio sul giornale di De Benedetti: "Sono pronti a spazzarla via"
"C'è il timore ragionevole che alle prossime elezioni la destra possa prevalere": un appello ai limiti della disperazione quello lanciato dall'associazione "Libertà e Giustizia" sulla prima pagina di Domani, il quotidiano di Carlo De Benedetti. Il trionfo di Salvini, Meloni e Berlusconi alle Politiche andrebbe scongiurato a ogni costo, stando all'articolo comparso questa mattina, perché si tratterebbe di "una destra a trazione sovranista, che non ha mai preso le distanze dal fascismo, che fa della xenofobia un vero e proprio programma di governo e che ostenta politiche fiscali ed economiche che avrebbero come effetto quello di accentuare le diseguaglianze e appesantire il debito pubblico, già enorme".
Ma la preoccupazione più grande riguarderebbe la Costituzione, che - a loro dire - rischierebbe di essere completamente stravolta. "Per effetto della legge elettorale rimasta in vigore, è possibile che a questa vittoria corrisponda una maggioranza parlamentare così ampia da poter, se lo vuole, cambiare la Costituzione, senza nemmeno doversi sottoporre al referendum oppositivo - si legge ancora nel pezzo -. Siamo di fronte alla reale possibilità che la Costituzione venga irrimediabilmente modificata e che i suoi principi vengano spazzati via". Ecco perché, secondo "Libertà e Giustizia", bisognerebbe fare molta attenzione alle scelte elettorali che si stanno facendo in questi giorni.
L'alternativa al centrodestra, però, non sarebbe comunque allettante, secondo quest’associazione: "La scelta di trasformare il governo Draghi in buona pratica da imitare avrebbe, a nostro avviso, conseguenze fatali che finirebbero per avvantaggiare la destra". E infine: "Solo se vi saranno progetti politici alternativi alla destra che scelgano di farsi carico delle questioni sociali e ambientali sempre più urgenti e cruciali, si potrà finalmente dare rappresentanza a quella parte di società su cui si scaricano già adesso le conseguenze materiali di politiche che tendono a sclerotizzare le diseguaglianze".