L'analisi
Silvio Berlusconi, la bordata di Marcello Sorgi: "Quello che non vuole riconoscere"
Forza Italia perde pezzi. Dopo gli addii di Gelmini, Brunetta e Cangini, hanno lasciato anche Mara Carfagna, Giusy Versace, Annalisa Baroni oltre all'assessore regionale alla Casa della giunta lombarda Alessandro Mattinzoli. Ma se "si aggrava la crisi di identità del partito", scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa, "né Berlusconi né le persone a lui vicine intendono riconoscere e affrontare" il problema.
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Quelli che sono fuoriusciti da Forza Italia pongono "la questione della svolta che ha portato il Cavaliere, nel giro di mezza giornata, a schierarsi con Salvini nel dare il benservito a Draghi, rinunciando al tradizionale ruolo di moderazione avuto da Forza Italia nel centrodestra", prosegue il giornalista. "Dei tre, soprattutto Versace ha reagito anche al modo in cui sono stati trattati i ministri, dal 'riposino in pace' di Berlusconi all'accenno alla statura di Brunetta della sua compagna, Marta Fascina. In un partito normale e non 'personale', come ormai sono quasi tutte le forze politiche, tolto forse il Pd, i punti sollevati da Versace, Baroni e Mattinzoli sarebbero degni di discussione".
Invece, in Forza Italia non va così. Il Cavaliere è "contrario da sempre alla 'democrazia interna', refrattario a qualsiasi contestazione che venga dal basso e sicuro che solo un'emanazione diretta dall'alto della sua volontà possa mantenere l'indispensabile rapporto diretto tra il leader e la sua gente". Insomma, Berlusconi "pensa che anche il calo di consensi subito da Forza Italia, ridotta anche nei sondaggi abbondantemente al di sotto del dieci per cento, sia dipeso dal suo forzato allontanamento dalla scena politica quotidiana". Quindi ritiene che "un suo ritorno possa cambiare le cose. E che in sostanza la gente non aspetti altro che rivedere 'Berlusconi presidente'. Convinto lui", conclude Sorgi.