Verso il 25 settembre

Sondaggi, "il pericolo nascosto": chi (e come) deciderà le elezioni

È sicuro l'ex centrodestra di governo (Lega + FI) di aver fatto la cosa giusta non rinnovando la fiducia a Draghi nella cruciale giornata di mercoledì al Senato? La crisi era stata cocciutamente voluta e lungamente preparata dai 5Stelle, che per farla esplodere hanno perfino votato contro un provvedimento che contiene aiuti sostanziosi per famiglie e imprese, su cui era stata posta la fiducia.

 

 

 


Il Draghicidio aveva dunque un un responsabile unico e chiaro, i 5Stelle appunto, che dichiaravano di passare all'opposizione per "fermare il malgoverno" di Draghi. Ma l'opinione pubblica si è immediatamente ribellata alla prospettiva di una crisi di governo, e il dissenso verso i 5Stelle è salito alle... stelle. Anche Draghi ha compiuto i suoi errori, insistendo nel volere a tutti i costi al governo i grillini. Tuttavia il rifiuto di Lega e FI a dare sostegno a Draghi mercoledì al Senato ha spostato i riflettori su questi due partiti, che sono diventati agli occhi di tutti i veri responsabili dell'abbandono di Draghi. Soprattutto agli occhi dei loro elettori tradizionali più avveduti e seri, gli imprenditori, gli artigiani, i ceti produttivi in genere, coloro che vengono chiamati i moderati. Che sono sconcertati e furiosi perché nella politica di Draghi avevano trovato una serietà, una efficacia e risultati che da tempo mancavano (pensiamo all'aumento del Pil al 7,6%, all'adempimento di tutti gli impegni del Pnrr, alla riconquistata importanza sul piano internazionale...). Molti di costoro stanno ora dicendo di non riconoscersi più nel loro partito, c'è una netta previsione che molti si asterranno alle prossime elezioni o prenderanno altre strade (e già i ministri Gelmini, Brunetta, Carfagna e i primi parlamentari di peso hanno lasciato FI).
Né vale dire che si è ricomposta l'unità del centrodestra. A che prezzo? FI ha un ruolo sempre più marginale, appare al traino di una politica ben lontana dai valori a parole ripetuti da Berlusconi, la coalizione ha una netta impronta populista, la Lega è tornata a occhieggiare a un filo-puntinismo inaccettabile.

 

 

 

C'è da augurarsi che nasca finalmente un Centro, superando le gelosie e i personalismi di capi e capetti, che offra una casa ai tanti italiani che rifuggono dalle lotte quotidiane cui è ridotta la politica, e che funzioni da moderatore di populismi ed estremismi di sinistra e di destra. Il tempo è pochissimo, si vota il 25 settembre, entro il 26 agosto vanno presentate le liste... Ma quest' ultima legislatura, e la fine folle del governo Draghi hanno forse definitivamente stancato molti.
Occorre un colpo di genio e di generosità.