L'idea del Cav
Silvio Berlusconi, "Meloni premier? Chi lo deciderà": terremoto centrodestra
"Con la signora Meloni ci siamo sentiti quando Draghi ha deciso di non accettare la nostra risoluzione e ci vedremo presto per mettere a punto il programma". Silvio Berlusconi affida a vari organi di stampa il suo pensiero sulla crisi governo e sulle ore che hanno portato alla caduta di Mario Draghi. Ma soprattutto, il suo pensiero è già proiettato al 25 settembre, il giorno delle elezioni politiche. Il centrodestra è il grande favorito, sondaggi alla mano, ma il dato cruciale è: chi comanderà nella coalizione? Chi arriverà a Palazzo Chigi e darà le carte del prossimo governo?
Al programma, ha spiegato a Repubblica il leader di Forza Italia, "sto già lavorando da tempo e sarà avveniristico, ma dovrà essere presentato tra il 12 e 14 agosto, c'è poco tempo, Quindi la riflessione, pesantissima, sui rapporti con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. La prima, leader di Fratelli d'Italia, appare la favorita alle urne. E c'è chi per questo prospetta una lista unica Forza Italia-Lega, proprio per rovesciare gli equilibri interni. Berlusconi lo esclude: "Non stiamo pensando a liste uniche, ma a ciascuno con la propria identità. Ci sono differenze di posizione, linguaggio, di storia tra i vari partiti. Preferiamo continuare a mantenere la nostra identità". Quindi la bomba sulla scelta del leader della coalizione: "Ne parleremo insieme, è una delle cose da decidere. L'idea che sta emergendo è che il leader venga votato da un'assemblea degli eletti. Una volta votato, potrebbero essere gli stessi parlamentari che sono stati eletti a riunirsi in Assemblea e votare il leader...". Tradotto: se Forza Italia e Lega avranno più eletti, decideranno loro. Parole che, immaginiamo, non avranno fatto fare i salti di gioia alla Meloni.
Per il resto, il Cav è andato giù pesante con Brunetta, Gelmini e Cangini che hanno lasciato Forza Italia in segno di protesta per la sfiducia a Draghi ("Riposino in pace") e con lo stesso premier, a cui ha addebitato le responsabilità della fine della legislatura: "Il primo a essere sconcertato sono io - ha confidato al Giornale -. Sono stato io, al principio del 2021, a chiedere la nascita del governo Draghi come risposta alle emergenze del Paese e Forza Italia è stata, fra i partiti di governo, quello più leale e costruttivo. Nei giorni scorsi i Cinque Stelle, in grave difficoltà, hanno ritirato la fiducia al governo creando una situazione che lo stesso presidente Draghi ha definito insostenibile". "E proprio per questo - continua - meno di una settimana fa ha rassegnato le dimissioni nelle mani del capo dello Stato. Di fronte a questo, noi abbiamo chiesto di rifare un patto di governo, sotto la guida di Draghi, su basi nuove, coerenti, solidali. Questo implicava ovviamente sostituire i ministri e i sottosegretari grillini, espressione di una forza politica che si era chiamata fuori dalla maggioranza. Era l'unica strada per concludere la legislatura, come noi avremmo voluto, con sei mesi di lavoro utile al Paese. Il presidente del Consiglio ha scelto un'altra strada, che conduce alle elezioni. Perché lo abbia fatto, è una domanda che andrebbe rivolta a lui. Noi eravamo prontissimi a continuare a sostenerlo, ed anche a pagare per questo un prezzo in termini di consenso".