Il premier
Mario Draghi: "La sapete quella del banchiere senza cuore?", la barzelletta stupisce tutti
Avrà preso lezioni da Berlusconi o da Totti sulle barzellette. Fatto sta che era un Mario Draghi insolitamente ironico, quello che ha esordito ieri alla cena con la stampa estera a Villa Aurelia. Nonostante le fortissime fibrillazioni nel suo governo e le tensioni di questi giorni, il premier punta sulla simpatia e fa sorridere più e più volte la platea. «Normalmente in queste occasioni spetta un discorso leggero e fuori schema», avverte lui, «avete cominciato bene con un ex banchiere centrale...». Quindi a sorpresa la barzelletta: «La conoscete la storia del trapianto di cuore?», continua il presidente del Consiglio. «Vengono proposti due cuori a un paziente, uno di un giovane di 25 anni in splendide condizioni fisiche, l'altro è di un banchiere di 86 anni. Il paziente sceglie il secondo. Perché mai?, chiedono i medici: perché non è mai stato usato, risponde il paziente».
Non pago, il premier rievoca con umorismo la sua frase dello scorso dicembre apparsa a tutti (e criticata) come un autocandidatura al Quirinale, e cioè «Sono un nonno al servizio delle istituzioni». Stavolta Draghi si autocita scherzando: «Nei limiti del mio mandato farò il necessario per essere utile a questa serata, sarò un nonno al servizio della stampa estera».
Quindi ripercorre il suo anno e mezzo di governo, ricordando i suoi esordi corrispondenti a una fase di successi per l'Italia a livello sportivo, musicale e scientifico, e giungendo fino agli ultimi tempi, quando l'indebolimento del suo esecutivo ha fatto il paio con insuccessi e delusioni tra pallone e musica. «Molti di voi», ha notato Draghi, «nella prima fase del nostro governo hanno sostenuto come questo esecutivo abbia coinciso con un momento magico per l'Italia: la vittoria dei Maneskin, abbiamo vinto l'Europeo di calcio, abbiamo ottenuto grandi risultati alle Olimpiadi e vinto il Nobel per la fisica.
Da quel momento in poi, siamo andati avanti a gonfie vele: l'Italia non si è classificata ai Mondiali di calcio, vivo nel terrore che l'Accademia svedese ci ripensi e chiami Parisi per ritirargli il Nobel, l'Italia è arrivata sesta all'Eurovision, Berrettini non ha partecipato a Wimbledon perche aveva il Covid». La chiusa è sullo scatto di lui immortalato da solo al Prado, impegnato in una conversazione telefonica, durante l'ultimo vertice Nato. «Si è ironizzato su una mia foto al Museo del Prado, si e detto che c'è una mia reticenza nel comunicare, avverte Draghi, «la verità è che amo moltissimo stare al telefono. Anzi, la verità è molto più semplice: volevo un invito a cena. Ora contraccambierò, con molta, molta calma». Sarà un'operazione simpatia per riacquistare il consenso (in calo) dgli italiani o un modo per alleggerire il momento politico? Chissà, forse una risata (di Draghi) li seppellirà tutti.