L'assedio
Guido Crosetto, "ci penserà un magistrato": azioni legali contro l'Espresso
La macchina del fango, e dell'odio, dopo le amministrative si è messa in marcia contro Giorgia Meloni e i Fratelli d'Italia. E che marcia: inarrestabile, veloce, spietata. Già, ora il nemico della sinistra è lei, la leader di Fdi. E al voto manca poco. Così, ecco che ogni occasione diventa buona per menar fendenti, per accusarla di fascismo - si pensi al discorso in Spagna -, per dire quanto sarebbe spaventosa, inadatta e chi più ne ha più ne metta.
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L'ultimo caso, o meglio l'ultimo attacco, arriva da L'Espresso. Il settimanale rosso spinto, diretto da Lirio Abbate, ha infatti pubblicato una lunga inchiesta che vede tra i suoi protagonisti tal Luigi Buttiglione, indicato come l'uomo che manterrebbe i rapporti tra FdI e il mondo della finanza. E ovviamente il settimanale avanza ombre, dubbi, sospetti, congetture.
Peccato che la smentita piovuta da Giorgia Meloni sia delle più nette che si possano immaginare: "Mai sentito nominare. Chiedo al direttore Lirio Abbate di darmi il suo numero per poterlo contattare direttamente". Insomma, L'Espresso avrebbe proposto una clamorosa bufala, l'ennesima polpetta avvelenata contro la Meloni e Fdi.
E nell'articolo si parlava anche di Guido Crosetto, il "gigante" e fondatore di Fratelli d'Italia, quello che ad oggi è probabilmente il più fidato consigliere della Meloni. E anche Crosetto, ora, passa al contrattacco. Su Twitter, laddove annuncia azioni legali: "Purtroppo in Italia ci si può difendere solo con le citazioni per diffamazione - premette -. Mi toccherà far certificare ad un magistrato le invenzioni (falsità) che riporta l'Espresso. Iniziano, Giorgia Meloni, lo dico da tempo. Tra l'altro tirando in ballo persone mai conosciute", conclude Crosetto. E l'ultimo riferimento è a Luigi Buttiglione. Mentre quando il "gigante" dice che "iniziano, lo dico da tempo", si riferisce alle manovre ostili della magistratura e di certa stampa per fernare l'ascesa della Meloni. Un copione che, purtroppo, in Italia abbiamo visto e letto tante, troppe volte.