L'intervista

Alberto Veronesi: "Io sfigato? Calenda sbaglia tutto"

Brunella Bolloli

«Ho solo un minuto, mi aspettano per le prove...». Al 68esimo Festival Puccini è in programma la Madama Butterfly e il maestro Alberto Veronesi sarà per tutta l'estate sul podio a dirigere l'orchestra e il coro della rassegna musicale dedicata al grande compositore vissuto a Torre del Lago. Il tempo è tiranno, i musicisti sono pronti a suonare, ma il figlio del compianto professor Veronesi risponde a Libero e la sua è una bacchettata a Carlo Calenda, il leader di Azione con cui i rapporti sono diventati turbolenti dopo il primo turno delle comunali a Lucca. Elezioni vinte domenica dal "civico" di centrodestra Mario Pardini sull'esponente di centrosinistra Francesco Raspini sostenuto da Pd, Sinistra, Verdi, Italia Viva. Il dato politico è che Azione al ballottaggio sosteneva il centrosinistra, ma una parte del centro, guidata da Veronesi (e Sgarbi), ha deciso di confluire su Pardini, che ha segnato una vittoria storica in una città da sempre considerata "rossa". Calenda ha ricoperto il maestro di disappunto per questo tradimento. «Mi ha dato dell'incapace, ma l'incapace è lui».

Incapace e sfigato. Lei e Calenda siete arrivati agli insulti. Cosa è accaduto, maestro?
«Calenda mi ha scritto che sono uno sfigato perché al primo turno ho preso il 3,6 per cento. Ma lui non ha spostato un voto al secondo turno! Sono sconcertato».

Perché aveva scelto di candidarsi a sindaco con Azione?
«Mi hanno chiamato loro, credo dopo che il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, ad aprile si è detto indisponibile. Il terzo polo cercava una personalità esterna ai partiti. In un mese ho dovuto fare la lista, da Roma non hanno collaborato, i loro nomi si contavano sulle dita di una mano, comunque ce l'ho fatta».
Alla fine ha preso 1.300 voti, utili per il secondo turno...
«Sì, ma io l'ho detto subito che tra i due avrei appoggiato Pardini, in segno di discontinuità rispetto al passato. Pardini, peraltro, era già il candidato del terzo polo, poi lo è diventato del centrodestra ma è un civico. Raspini avrebbe rappresentato la totale continuità con la giunta che aveva già amministrato Lucca per dieci anni e io ho detto no al Pd, invece Calenda avrà fatto un accordo con Letta per qualche seggio e ha deciso di accodarsi alla sinistra, proprio lui che a livello nazionale si vanta di andare da solo».
Calenda ha detto: "Pensavo che Veronesi fosse una persona seria, invece mi sono sbagliato".
«Anch' io pensavo lui fosse un'altra persona, invece se continua così, con questo atteggiamento da arrogante, non va da nessuna parte. Con i lucchesi temo abbia chiuso. Durante la campagna elettorale avevamo organizzato un incontro con i cittadini affinché potessero rappresentargli i problemi del territorio: ha disdetto la sera prima salvo poi tornare sul palco di Lucca la sera finale nella foto con Letta, ad accordi per le poltrone fatti».
Il Pd ha accusato Pardini di essere alleato con "l'estrema destra, i populisti e i negazionisti". Quindi lei, che nel 2016 si era candidato a Milano con Sala, si è schierato con Casapound?
«Ma quale Casapound! Anche su questo c'è stata molta disinformazione. Non esiste una lista di Casapound a sostegno di Pardini, casomai c'era solo un ex consigliere di quella formazione. Pensare di vincere mettendo in giro queste falsità è stato un altro errore di Letta e di Calenda».
Letta, toscano doc, puntava molto su Lucca, ma ha perso.
«Se fossi in lui non festeggerei tanto per queste amministrative. Il suo trionfalismo è fuori luogo. Far votare il 26 giugno è uno scandalo nazionale. L'astensionismo è stato altissimo».
Lei si candiderà alle Politiche?
«Ho già ricevuto diverse offerte».