Problemi

Luciana Lamorgese bocciata anche da sinistra: ora i kompagni "processano" il ministro

Antonio Rapisarda

Nei giorni scorsi - davanti all'ennesimo boom di sbarchi sulle coste del Sud Italia - ha provato a mettere le mani avanti dando la responsabilità «al blocco del grano» in Ucraina. Eppure il trend di ingressi illegali di migranti in Italia è cresciuto in maniera "coerente" fin dall'inizio del suo mandato, ben prima della guerra. Isolando solo i primi cinque mesi dell'anno, si è passati dai 5024 arrivi del 2020 ai 14.412 del 2021 fino ai 18841 del 30 maggio 2022.

 


Le brutte notizie per il ministro dell'Interno non finiscono qui. Da ieri a puntare il dito sulla "gestione" del fenomeno migranti targato Lamorgese non è più solo il centrodestra. «Ma davvero dopo vent' anni di sbarchi, siamo ancora a questo punto? Nemmeno abiti puliti garantiti a persone sopravvissute a una traversata in mare. È vergognoso». Il riferimento non è nuovo: l'hotspot di Lampedusa, il luogo di prima accoglienza più celebre, al centro di decine di denunce dall'inizio della crisi dei migranti. La novità è il fronte da cui arriva ilj' accuse contro la titolare del Viminale: il Pd. A evidenziare il sovraffollamento e le condizioni dell'hotspot siciliano (un «lager») è stato infatti Erasmo Palazzotto: «Immondizia ovunque, materassi lasciati a terra su cui molti migranti sono costretti a dormire, cibo scarso». Il deputato siciliano dei dem ha presentato un'interrogazione per chiedere conto a Luciana Lamorgese sullo stato del centro e procedere, se confermato quanto denunciato, alla revoca dell'affidamento della gestione del centro gestito da "Badia Grande" di Trapani.

 


Palazzotto non è l'unico esponente a sinistra ad avere più di un dubbio su come al ministero viene affrontato il tema dell'accoglienza. Un problema che non riguarda solo il Sud. Lo dimostra l'altra segnalazione di giornata, proveniente da Gregorio De Falco. Per l'ex grillino, già comandante della sala operativa della Capitaneria di Livorno ai tempi del disastro della Costa Concordia, «la detenzione amministrativa» al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli di Milano «è incompatibile con la democrazia». La denuncia è frutto di un'ispezione a cui ha partecipato il senatore, la seconda in un anno: «Tutto è rimasto invariato, se non aggravato dal fatto che sono stati ignorati gli appelli che nel frattempo hanno confermato abusi e violazioni dei diritti dei migranti, detenuti in condizioni peggiori di quelle carcerarie». Un quadro generale che potrebbe peggiorare. Perché? Il governo è orientato a dismettere le due navi quarantena in Sicilia. Le imbarcazioni, in rada a Lampedusa e a Pozzallo, hanno garantito infatti nei mesi scorsi una possibilità di alleggerimento perle strutture dell'isola maggiore. Centri che a loro volta potrebbero trovarsi ancora più in emergenza anche grazie al ritrovato slancio dell'attività di soccorso delle Ong: ieri sono sbarcati i 295 migranti dalla nave Ocean Viking, attraccata nel porto di Pozzallo, nel ragusano. Una situazione complessa, a cui la stessa Luciana Lamorgese potrebbe essere chiamata a dare risposte già oggi: in mattinata parteciperà a Reggio Calabria alla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza. L'ordine del giorno riguarda i numerosi sbarchi che si stanno susseguendo sulla costa jonica reggina.