Berlinguer stava dalla parte sbagliata
L’altro giorno la Camera dei deputati ha dedicato una cerimonia al ricordo di Enrico Berlinguer, nato un secolo fa. Il segretario del Pd, Enrico Letta, tra le altre cose ha detto che Berlinguer, pur essendo stato “di parte”, appartiene in realtà alla storia di tutti emerita perciò di essere ricordato quale il protagonista che fu dell’esperienza repubblicana. Vale a un patto. E cioè a condizione che sia chiaro di quale “parte” Enrico Berlinguer fosse espressione e propugnatore. Era la parte nemica della democrazia. Era la parte ideologicamente, praticamente e finanziariamente associata al sistema criminale delle repubbliche socialiste sovietiche.
Era la parte nemica delle libertà individuali da sacrificare in nome di una presunta giustizia paradisiaca tradotta nella miseria, nella censura, nell’arretratezza tecnologica, nell’inferno civile dilagato ovunque abbia spirato il fiato della peste comunista. Era la parte che lasciava eseguire,e anzi salutava festosamente,l’elevazione del muro che tagliava in due il corpo dell’Europa e ne affidava una metà alle grinfie del più spaventoso sistema repressivo mai organizzato nella storia dell’umanità.
Questa era la parte presso cui militava Enrico Berlinguer. Questa era la parte che egli capeggiava e questa era la parte che unicamente perché non ce l’ha fatta, non perché non lo volesse, ha solo ammalorato non completamente distrutto il poco di democrazia liberale di cui possiamo godere