Azzurro stinto
Silvio Berlusconi, tensione alle stelle con Mariastella Gelmini: ecco come la vuole colpire
Sono fortissime le tensioni in Forza Italia tra Silvio Berlusconi e Mariastella Gelmini. Tutto è iniziato dopo alcune dichiarazioni del Cav sul conflitto in Ucraina. "Inviare le armi significa essere cobelligeranti, essere anche noi in guerra. Se dovessimo inviarle sarebbe meglio non fare pubblicità", aveva detto il leader azzurro, scatenando la furia della ministra per gli affari regionali, la quale ha parlato di ambiguità: "L'Italia non può essere il ventre molle dell'Occidente e soprattutto non può diventarlo per responsabilità di Forza Italia". Adesso Berlusconi si aspetta delle scuse, stando a un retroscena riportato dal Messaggero.
Domenica scorsa il Cav avrebbe addirittura ipotizzato di "sfiduciare" la Gelmini. "Vuole uscire dal partito? Così si mette fuori da FI ma anche dal governo", queste le parole che il presidente azzurro avrebbe usato durante un pranzo a Napoli con i capigruppo, i “big” azzurri e diversi dirigenti locali. In un secondo momento si sarebbe deciso di abbassare i toni, ma il braccio di ferro dietro le quinte non sarebbe terminato. Al centro il ddl concorrenza e la riforma del catasto: i vertici starebbero rimproverando la Gelmini e gli altri governisti - Brunetta e Carfagna - di non rappresentare al meglio le istanze di Forza Italia.
Mentre i ministri azzurri insistono affinché si raggiunga subito un accordo per non perdere i fondi del Pnrr, Forza Italia - col contributo decisivo della Lega - insiste: "Nessun ordine da Bruxelles e Draghi eviti diktat, occorre tutelare la specificità italiana", con riferimento soprattutto ai balneari. Berlusconi, comunque, si sarebbe irritato sia per l’attacco della Gelmini sia per il momento in cui è arrivato l’affondo, proprio durante la kermesse di Napoli "con l’obiettivo di danneggiare la sua immagine e il rilancio del partito", scrive il Messaggero. Di qui l'intenzione di sfiduciarla, visto che non rappresenterebbe più il partito che l’ha portata al governo.