Lega e FdI nella "lista nera" dell'Ue, il dossier sull'estrema destra: gioco sporco contro Salvini e Meloni
Mentre la guerra in Ucraina sconvolge la vita di milioni di persone, il Parlamento europeo ha pensato bene di concentrarsi sulla vera priorità del momento: combattere il fascismo. Certo, in Italia siamo abituati alle ossessioni della sinistra che vede ovunque il mascellone volitivo del Duce. Meno consueto, ma neanche tanto, è che a venire folgorato dall'antifascismo militante sia qualche burocrate europeo. Sta di fatto che la "Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni" del Parlamento europeo ha realizzato, ovviamente a nostre spese, uno studio sul tema.
Grazie al prezioso documento, manco a dirlo, si scopre che il fascismo è vivo e vegeto e pure pericoloso, al punto che non si può nanche pronunciarne il nome. Gli autori dello studio, infatti, lo chiamano più pudicamente «estremismo di destra», un virus ideologico che si starebbe infiltrando nelle democrazie europee per minarne la stabilità. E che avrebbe contagiato anche un insospettabile: l'ex ministro degli interni francese, il socialista Manuel Walls, condannato nel 2013 per aver detto che gli zingari «devono tornare a casa loro».
IMMIGRAZIONE E ISLAM
Ma la prova della «penetrazione delle idee di estrema destra nel mainstream» è fornita dai dibattiti su «immigrazione e Islam» ospitati dai media francesi. «Recenti controversie» si legge nello studio, hanno riguardato «l'uso dell'hijab (il velo che copre testa e spalle, ndr) nelle università» e «l'insegnamento della lingua araba nelle scuole». Tutti temi dei quali, almeno secondo gli autori del documento, non si dovrebbe evidentemente parlare. Ma soprattutto non bisogna lasciare spazio sui media a intellettuali di destra, come Eric Zemmour, al quale CNews, il canale televisivo del finanziere Vincent Bolloré, aveva affidato un programma. Prima di tutto, l'imprenditore francese «porta avanti una agenda reazionaria». E poi Zemmour, tra l'altro candidato alle ultime presidenziali in Francia, «è un sintomo della crescente popolarità delle idee sul nazionalismo». «Il suo programma politico», prosegue lo studio, «è almeno di destra radicale e include elementi di nazionalismo culturale ed etnico» tra i quali rientrano, attenzione, la proposta di porre «un rigido freno all'immigrazione» e «aspetti anti musulmani come il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici». Insomma, un mostro.
Ma lo studio ne ha anche per l'Italia. Il nostro Paese è uno degli Stati membri che «è stato colpito dal crescente successo dei populisti di destra e di partiti estremisti», che sono addirittura «entrati a far parte della politica tradizionale». Il riferimento, implicito, è ovviamente a Lega e Fratelli d'Italia, entrambi citati qualche pagina dopo, subito sotto i paragrafi dedicati a Forza Nuova e Casa Pound. «Partiti politici di destra radicale e nazionalisti, come la Lega e Fratelli d'Italia», si legge, «alle elezioni per il Parlamento europeo nel 2019 hanno ottenuto insieme il 40% dei voti» mentre i sondaggi più recenti li danno «al 20% ciascuno». Uno scenario preoccupante, secondo il Parlamento Ue.
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Anche perché la diffusione dell'intolleranza (sempre e solo della destra) nella società «influenza il panorama politico italiano e la relazione con l'Ue». Già, perché dalle parti di Strasburgo non va proprio giù che ci siano partiti euroscettici. Un tratto, quest' ultimo, «caratteristico dei movimenti di estrema destra».
L'ARGINE DELLE SARDINE
Ma il documento sfiora il ridicolo quando parla delle Sardine come baluardo contro il fascismo. Sardine che, veri anticorpi della democrazia, l'anno scorso «mobilitarono decine di migliaia di manifestanti contro il successo dei partiti di estrema destra (di nuovo Lega e Fdi, ndr) alle imminenti elezioni» regionali in Toscana ed Emilia Romagna. La parte più balzana del testo è comunque quella relativa alle proposte per contrastare più efficacemente il fascismo. Per estirparlo «la Commissione Ue dovrebbe lanciare delle procedure di infrazione». Questo mentre l'Unione dovrebbe promuovere delle «campagne contro l'estremismo di estrema destra» e finanziare «organizzazioni locali e iniziative dei cittadini per aiutare la resistenza della popolazione all'estremismo di estrema destra». Una resistenza che, si può supporre, verrà portata avanti in modo indefesso dai centri sociali nostrani, ai quali quindi potrebbe pure finire una parte dei fondi europei.