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Mario Draghi, "fornitura di armi e blindati": lo scoop travolge il premier, cosa spunta nella lista "top-secret"
Da Washington il premier Mario Draghi ha speso soprattutto parole di pace, ma una volta tornato in Italia è arrivato il via libera al nuovo invio di armi in Ucraina. Il Fatto Quotidiano non ha quindi perso occasione per cannoneggiare contro il presidente del Consiglio, “nemico” di quel Giuseppe Conte che viene portato in spalla da Marco Travaglio e compagni. In particolare il Fatto evidenzia che Draghi si appresta a inviare le armi che gli Stati Uniti stanno chiedendo con insistenza, senza però il voto del Parlamento.
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Valgono le risoluzioni votate lo scorso primo marzo, che prevedono “la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione”. Draghi quindi non ha intenzione di accogliere la richiesta di Conte di riferire in Parlamento con voto: il premier sarà in Senato il 19 maggio per un’informativa e probabilmente ribadirà la linea della ricerca della pace a tutti i costi, anche se intanto i rifornimenti di armi all’Ucraina non si arrestano.
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Anzi, salgono di livello: la lista sarà secretata, ma ci sono diverse indiscrezioni su cosa invierà l’Italia alla resistenza guidata da Volodymyr Zelensky. Secondo il Corriere della Sera, il nuovo carico conterrà mortai, lanciatori Stinger, mitragliatrici, colpi e lanciatori anticarro, forse anche dei tank. La Repubblica è invece più vaga sul contenuto del nuovo pacchetto di aiuti militari, ma è sicura che ci siano due equipaggiamenti, ovvero i pezzi di artiglieria in calibro 155 millimetri e i cannoni FH70.
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