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25 aprile, la morte del Pd: Enrico Letta va in piazza, come lo insultano i "partigiani"
Pioggia di critiche per Enrico Letta. Il segretario del Partito democratico è sceso in piazza il 25 aprile, scatenando i cori dei contestatori. Tra le accuse più comuni: "Letta servo della Nato". Durante l'anniversario della Liberazione sono stati molti gli slogan contro l'Alleanza atlantica e gli Stati Uniti. In vari striscioni infatti si leggeva: "Fuori i servizi della Nato dal corteo". Critiche che comunque sono scivolate di dosso a Letta. Il dem, ha infatti tirato dritto, precisando: "Questa è casa nostra. La costituzione, l'antifascismo sono casa nostra": è stata la risposta a chi gli chiedeva di far uscire il Pd dal corteo.
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E ancora: "Il 25 aprile è la festa dell'unità del Paese contro tutti i fascismi" ed è "là dove dobbiamo tutti essere", ha aggiunto Letta in riferimento al discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "C'è voglia di lottare per il popolo ucraino contro l'invasore". Sulla presenza o meno di bandiere Nato in manifestazione ha detto che "le polemiche sono superate. Conta l'unità". 'La resistenza è fondamentale per la nostra storia e per il nostro presente per resistere alla violenza".
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Non sono comunque mancate le polemiche. Ancora una volta legate agli striscioni. Tanto che il presidente dell'Anpi Roma e Lazio, Fabrizio de Sanctis è dovuto intervenire: "Esprimo commozione per il bagno di sangue in Ucraina. Ci hanno dato degli equidistanti e questo ci ferisce molto. Abbiamo condannato l'invasione russa. Sentiamo invocare la guerra mondiale da troppe parti, una guerra che in tre ore farebbe più morti della seconda guerra mondiale. Si fermi questa spirale, si ritirino le forze russe, si cerchi la pace, si riaprano i negoziati. Il simbolo dei partigiani non è un fucile ne un carro armato ma un fiore".
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