Il punto

Giorgia Meloni attacca, cosa c’è dietro il silenzio di Salvini e Berlusconi

Pietro De Leo

Le dure parole di Giorgia Meloni sulla sinergia tra Lega e Forza Italia, e il dubbio esplicitato che questa maturi più in chiave anti-Fdi che per battere la sinistra, piombano in un contesto già complicato per il centrodestra, in relazione al non facile completamento del puzzle candidatura per le regionali in Sicilia e alcune importanti piazze comunali. Perciò, dai due partiti del centrodestra di governo arriva una linea soft. Nessun rilancio ad una sfida verbale che rischia solo di rendere più intense le frizioni.

 

 

Parole d'ordine, dunque, stemperare e sminuire. Così, l'unica dichiarazione nero su bianco in risposta alla leader di Fratelli d'Italia è quella di Lorenzo Fontana, vicesegretario Lega. E appare già un dato politico il fatto che Salvini decida di non rispondere in prima persona. Dunque, Fontana osserva che «la Lega è da sempre impegnata per un centrodestra unito e di successo in Italia e in Europa. Siamo convinti che sia possibile vincere solo uniti, per questo siamo dispiaciuti per i dubbi su nuovi scenari per il centrodestra unito in Europa e per la scelta di Fratelli d'Italia che in diverse città, da Nord a Sud, non abbia ancora scelto di sostenere i candidati di centrodestra». Il vicesegretario leghista, poi, aggiunge: «L'auspicio è che ci sia una convergenza nei prossimi giorni: non c'è tempo per sterili polemiche, la Lega è impegnata al governo per proteggere la casa, i risparmi e il lavoro degli italiani da una sinistra che vorrebbe aumentare tasse e burocrazia».

In serata, fonti leghiste ribadiranno che il partito è impegnato «a garantire l'unità del centrodestra in Italia e in Europa», ricordando anche che, sul fronte governativo, «Matteo Salvini sta seguendo particolare attenzione i dossier economici» affinché la prossima settimana il governo metta in campo altre risorse per il caro bollette. Deserto totale di reazioni, almeno ieri, da Forza Italia. Un silenzio eloquente, rivendicato per non dare il la ad un crescendo di polemiche di fronte a parole, quelle di Giorgia Meloni, che ambienti azzurri, a quanto apprende Libero, colgono come una provocazione. Passare oltre, quindi, per quanto dalle parti di Arcore venga segnalato un certo fastidio. Specie in rapporto di un fatto storico che viene sovente sottolineato, ossia che è stato lo stesso Silvio Berlusconi a creare il centrodestra, e accusare lui di non volere il bene della coalizione è del tutto fuori luogo.

 

 

Tuttavia non si replica a caldo, magari oggi Antonio Tajani, che a Napoli presenterà in conferenza stampa una nuova convention azzurra, verrà sollecitato sul punto, ma la linea è non dare adito a scontri interni che finirebbero per danneggiare tutti. Comunque, in un venerdì difficile c'è una nota luminosa per Lega e Forza Italia. Arriva da Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo istituto di sondaggi, che parlando con l'Adnkronos ha quantificato l'ipotesi di un partito unico tra i due movimenti. «Potrebbe valere anche il 30%- spiega - a patto che tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ci sia sempre intesa». «Se c'è filosofia comune -spiega ancora- se i capi pensano le stesse cose e possono collaborare tra di loro, direi che l'aumento in quota è notevole». Gli ultimi mesi di cronaca politica hanno certificato proprio questo. Tolto il posizionamento europeo, c'è una concordanza di vedute su tutti i principali punti in agenda, ribadita anche in un recente vertice ad Arcore. Al di là del fatto politico, la sintonia riguarda anche la dimensione personale, con i due leader spesso fotografati insieme allo stadio o in momenti conviviali. Da qui a costruire un progetto unitario ce ne corre, ma di certo è una base di partenza.