Adesione al Trattato

Laura Boldrini vuole farci uscire dalla Nato: "Proibire le armi nucleari"

Antonio Rapisarda

In piena crisi ucraina e sotto minaccia indiretta (ma con il mirino sempre attivo) di una delle grandi potenze nucleari del mondo, la Federazione russa, nei confronti dell'Occidente, che cosa fa il Pd? Propone la sostanziale adesione dell'Italia al Trattato perla proibizione delle armi nucleari. In astratto un obiettivo più che auspicabile; ma davanti alla realtà concreta della guerra e alla forza deterrente che la Nato può contrapporre per scongiurare l'escalation da parte russa rappresenta un'uscita a dir poco scomposta. Un segnale di «disarmo morale pari almeno a quello dato dalla fuga precipitosa dall'Afghanistan», denuncia a Libero Andrea Delmastro, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Esteri. Il riferimento del deputato meloniano è alla risoluzione Pd-Leu che vorrebbe impegnare il governo, dunque l'Italia, ad aderire al Trattato.

 

 

LA DISCUSSIONE
La proposta, presentata nel dicembre scorso ma discussa ieri, vede come primo firmatario Laura Boldrini ed è sottoscritta anche del presidente della commissione Esteri Piero Fassino. Parliamo di un patto (in Europa sottoscritto solo da sei Paesi - Austria, Irlanda, Malta, San Marino, Liechtenstein, Città del Vaticano - e da nessuno fra i cinque grandi Stati possessori di armi nucleari del mondo) che vorrebbe vietare la progettazione e la produzione di armamenti atomici e persino il permesso alle testate (magari di altri Paesi) di stazionare sul proprio territorio. L'obiettivo della risoluzione - nonostante il contesto radicalmente mutato con l'avvio del conflitto - è stato rilanciato ieri dal Pd e da Leu che hanno chiesto al governo di «valutare in questo contesto», seppur «con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica e con l'orientamento degli altri alleati», non solo la possibilità di adesione al trattato Tpnw «ma anche azioni di avvicinamento ai contenuti dello stesso». Una proposta che viene stigmatizzata dall'opposizione. «Sono due le cose: o il Pd gioca con il suo elettorato o sta giocando una partita pericolosa per l'Italia», attacca Delmastro.

 

 

CONTRADDIZIONI
L'accusa, nei confronti di Boldrini &Co, è quella di strizzare l'occhio alla sinistra pacifista «prendendo però il proprio popolo in giro: perché non si può dire di aderire a un trattato che ti pone fuori dall'Alleanza atlantica "nel rispetto" dell'Alleanza atlantica». L'altra ipotesi è decisamente più allarmante: «Oppure l'obiettivo della sinistra, in convergenza con le pulsioni anti-occidentali del M5S, è davvero quello di uscire dalla Nato...». Per l'esponente di Fdi tertium non datur. «Sanno bene che con la premessa di mantenere gli obblighi nei confronti della Nato, noi non potremmo mai sottoscrivere un trattato che impedirebbe all'Italia di adempiere all'obbligo di avere armamenti della Nato, anche atomici, sul nostro territorio». Morale? In un momento in cui l'Occidente cerca di essere unito «il Pd apre una crepa proponendo adesioni incompatibili con il mantenimento degli obblighi dell'Alleanza. Già, perché questa risoluzione è evidentemente contraria alla Nato».