Addio

Sondaggio tombale per il M5s, "li ho votati ma...": in quanti hanno cambiato idea, per Conte è fine-corsa

Arnaldo Ferrari Nasi

Tra un anno ci saranno le elezioni politiche ed ogni partito dovrà fare i conti con il proprio elettorato. Perché, prima di tutto, occorre "mettersi in sicurezza", mantenere a sé chi ti ha già dato fiducia; solo successivamente si cerca di crescere, di conquistare nuovi elettori, traendoli dal bacino degli indecisi e, forse più facilmente, da quello dei delusi degli altri partiti di area. I sondaggi sulle intenzioni di voto, sono oggi concordi nel decretare la buona salute di Fratelli d'Italia e del Partito Democratico. Non tanto per i risultati ottenuti - le rilevazioni di questo tipo sono una fotografia del momento non una previsione e, soprattutto sono affette da circa il 40-45% di non rispondenti, che almeno per metà, al momento del voto si posizioneranno - ma per una stabile tendenza positiva. In questo contesto, dunque, diventa utile verificare il rapporto del partito politico con il proprio elettorato; capire chi confermerà o non confermerà il voto al partito che ha votato la volta precedente; chi perderà voti per strada e chi potrà conquistarli.

 

 

 

Il 30% di chi aveva votato Movimento Cinquestelle alle Europee 2019 - ultime elezioni di rilevanza nazionale - si dice oggi molto deluso dal comportamento del partito. Segue Forza Italia, con il 25%, risultato esploso rispetto al 10% di due anni fa, periodo coincidente con l'assenza forzata dalle scene di Silvio Berlusconi; assenza che oggi pare terminata. Anche la Lega non va bene, 23%, percentuale che due anni fa era molto più bassa, 15%; probabilmente lo "scotto" per una partecipazione al governo Draghi, a volte percepita come controversa.

 

 

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Idem per la sinistra-sinistra, alcuni partitini fuori dal governo, alcuni dentro: insoddisfacente. Chi sta meglio di altri è il Partito democratico, con uno stabile e fisiologico 7%, ma chi sta molto bene è Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni che pur partendo da un valore già basso di delusi - 8% nel 2020 oggi è migliorato scendendo al 5%, praticamente un valore residuale. L'immagine dei partiti è quella dei propri dirigenti: vale a dire i leader nazionali e quei quattro o cinque big per partito che di più appaiono sui media. In questo caso lo schema è quasi lo stesso di prima. Diciamo quasi perché i leader del Movimento Cinquestelle non vanno così male come l'intero partito. Il disprezzo verso i propri leader è al 12%. Malissimo, invece, i leader dell'universo della sinistra -sinistra: 24%; male anche Forza Italia (21%) e la Lega, 17% che paga più di dieci punti percentuali. In questa classifica, gli unici in contro tendenza - positiva - sono, appunto, Giorgia Meloni e i suoi dirigenti.