Il retroscena
Mario Draghi smentisce Conte in diretta: "Gli ho detto no, poi poco dopo...".
Tanto rumore per nulla. Dopo aver minacciato la crisi di governo, Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle si sono appiattiti sulla posizione del ministro Guerini, spacciandosi pure per “vincitori” sulla questione dell’aumento delle spese militari. Mario Draghi ha rimesso al loro posto i grillini con poche ma efficaci parole, con cui ha chiuso definitivamente questa storia in cui era stata paventata una crisi di governo.
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Tutte balle, utili a Conte nei giorni della sua rielezione e per ricompattare le sue file su un tema importante per il Movimento. Per quanto riguarda lo scontro con il leader grillino, Draghi in conferenza stampa ha dichiarato di essere soddisfatto dell’accordo raggiunto: L’impegno dell’Italia per il 2% del Pil per le spese militari con la Nato è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi. Ci siamo visti con il presidente Conte il quale chiedeva l’allungamento dei tempi per raggiungere il 2% al 2030. Io ho detto no, si fa quello che il ministro Guerini ha proposto e deciso per il 2028. Successivamente è uscito un comunicato che quella era la richiesta di coloro che avevano chiesto di ridurre le spese militari, quindi non c’è disaccordo”.
Insomma, il premier ha fatto capire con garbo che i 5 Stelle hanno soltanto recitato una parte: chiedevano l’allungamento al 2030 ma quando hanno saputo che il ministro aveva deciso per il 2028 allora hanno fatto un comunicato per dire che quella era la loro richiesta, facendo capire che il governo si fosse piegato al Movimento, quando invece è esattamente il contrario.