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Silvio Berlusconi, un esercito contro Vladimir Putin: ribaltone militare, il piano per salvare l'Ucraina
La questione Ucraina ha unito, nella condanna all'invasore russo, l'intero arco parlamentare. Discorso diverso è quello legato alla reazione sul campo di fronte all'attacco scagliato da Vladimir Putin: qui, anche nel cosiddetto "centrodestra di governo", continuano ad emergere sfumature. Posizioni destinate non certo ad esplodere ma a rappresentare soluzioni distinte, dal punto di vista strategico e politico, a un nodo complicatissimo. Un dossier a cui il prossimo governo frutto delle Politiche del 2023 dovrà sicuramente far fronte. Minimo comun denominatore fra Forza Italia e Lega è la preoccupazione per l'escalation del conflitto. Scontata e ferma la condanna di Silvio Berlusconi per l'attacco della Federazione Russa all'Ucraina («Inaccettabile») nonostante un'amicizia decennale fra l'ex premier e il capo del Cremlino.
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UNITÀ DELL'OCCIDENTE
Se su Putin, sul piano personale, non è giunto al momento alcun commento da parte del Cavaliere, l'aggressione militare russa è stata l'occasione per Berlusconi rilanciare un suo cavallo di battaglia sul percorso della maggiore integrazione europea. Forza Italia, questa la cornice, «ha sempre lavorato per l'unità dell'Occidente e per la difesa della libertà e della democrazia». Unità e difesa di cui deve munirsi l'Europa la quale, oltre a produrre «finalmente un'unica politica estera», è chiamata ora a fare la sua parte - come sta ripetendo da mesi anche Emmanuel Macron - «con un esercito e una difesa comuni. Protagonista di una forte Alleanza Atlantica». Se gli azzurri in Aula e fuori approvano ampiamente la linea Draghi sul conflitto, la Lega (che non ha fatto mancare il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza) continua a porre più di un dubbio sull'efficacia e i risvolti della fornitura di armi agli ucraini. Matteo Salvini - dal palco della Fiera Let-Expo 2022 di Verona - su questo punto è stato più che esplicito: «Onestamente quando in Parlamento sarò chiamato a votare a favore dell'invio di armi, lo dico con la massima onestà, sarò in difficoltà».
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Nessun dubbio sul posizionamento nei confronti dell'attacco («La Russia ha sbagliato, Putin ha sbagliato») ma ciò non gli impedisce di invitare tutti alla prudenza: «Mi auguro che alcuni miei colleghi parlamentari che parlano con facilità di guerra ci pensino due volte». La via d'uscita? È quella invocata e caldeggiata da papa Francesco: «Il popolo ucraino va difeso, sostenuto. Una cultura democratica, però, ferma un conflitto non con altre bombe ma con la diplomazia, con il dialogo». E anche "colpendo" i diretti interessati con la pressione economica: «Vanno bene le sanzioni». Accanto al dossier ucraino, i partiti organizzano le truppe in vista della lunga stagione elettorale che sfocerà nel rinnovo del Parlamento. Rinfrancato dai risultati degli azzurri alle ultime amministrative e dal riscontro dei sondaggi, Berlusconi ha dato appuntamento così a tutti i dirigenti per gli Stati generali del 7 e 8 aprile: «Forza Italia sarà determinante per la vittoria del centrodestra, sia sul piano dei numeri sia soprattutto sul piano dei contenuti», si legge nella lettera di invito. «Abbiamo un anno di tempo per prepararci a questo mentre sosteniamo lealmente, ma non in modo acritico, il governo Draghi». Un riferimento alla responsabilità dimostrata partecipando al governo di unità, condito da un avvertimento: Fi non rinuncerà a far sentire il suo peso «sui temi che ci caratterizzano. A cominciare da quello fiscale». Per vincere è necessario ricomporre ciò che il Quirinale ha diviso: ossia recuperare il rapporto con FdI.
BAGNO DI UMILTÀ
Di questo ha promesso di occuparsene Salvini: «Andare uniti nel 2023? Il mio obiettivo è questo». Il segretario leghista, che ieri ha incontrato il candidato sindaco di Verona, l'uscente Federico Sboarina (in quota FdI), ha ribadito il valore politico dell'unità fin dalle prossime comunali: «Solo così si vince: divisi puoi avere anche dei campioni, però se non giochi in squadra perdi». L'invito al centrodestra, dunque, è «fare un bagno di umiltà e concretezza e di amore per il Paese lasciando perdere i singoli egoismi». Ossia per Salvini va trovata al più presto una quadra nelle città in cui si vota. «Io per questo sto lavorando».