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Presidenzialismo "affondato" da Lega e Forza Italia, la stizza di Giorgia Meloni: "Tutte parole al vento"

Malumori all'interno del centrodestra. La commissione Affari costituzionali della Camera ha infatti bloccato la riforma che introdurrebbe il presidenzialismo e quindi l'elezione diretta del presidente della Repubblica. È stato così approvato un emendamento soppressivo del primo articolo del testo, proposto da Fratelli d'Italia. I voti a favore dell'emendamento sono stati 21 (M5s-Pd, Leu e Alternativa) mentre i contrari sono stati 19 con gli esponenti del centrodestra unito, mentre Italia Viva si è astenuta. Determinanti per quella che è a tutti gli effetti una bocciatura della proposta di riforma costituzionale due assenze.

 

 

Chi? Anna Grazia Calabria di Forza Italia e Christian Invernizzi della Lega. I due voti avrebbero determinato il pareggio e quindi la mancata approvazione dell'emendamento, ma dalla Lega respingono le accuse e spiegano che "Invernizzi era in missione". Giustificazioni che non bastano a Giorgia Meloni. "Ricordate quando, durante le scorse elezioni del presidente della Repubblica, la maggior parte degli esponenti politici chiedeva che fossero direttamente gli italiani a scegliere il Capo dello Stato? - tuona su Facebook la leader di FdI- ,Tutte parole al vento. Oggi, in commissione Affari Costituzionali, non è passata la proposta di Fratelli d'Italia sul Presidenzialismo. Ancora una volta altri hanno scelto i giochi di palazzo". 

 

 

E ancora: "Il testo non è passato per due voti Lega-Fi. Ora io non so se questa proposta non sia passata per superficialità di alcuni o per una scelta politica. So che se i partiti hanno dei parlamentari che non possono andare quel giorno in Commissione, li possono tranquillamente sostituire...". A farle eco Emanuele Prisco, capogruppo del partito: "Ci sono state due assenze in commissione, una di Forza Italia e una della Lega, altrimenti la riforma sul presidenzialismo sarebbe andata avanti. Ne prendiamo atto". Oltre a Matteo Salvini è intervenuto Silvio Berlusconi. Anche il leader di Forza Italia si è difeso sostenendo che "non c'è stata nessuna volontà di affossare la legge". Eppure la polemica non è destinata a finire qui.