Il secondo tempo
Quirinale, la sesta votazione: indiscrezione, "i nuovi nomi da candidare"
Salta l'ipotesi Elisabetta Casellati, schiantatasi contro i franchi tiratori del centrodestra alla quinta votazione. I soli 382 voti racimolati a Montecitorio, 72 in meno della soglia dei 452 dei Grandi elettori della coalizione (ieri però erano state 442 le schede bianche) aprono scenari piuttosto complicati. "Chiedetelo a Mario Draghi", aveva detto in mattinata Giancarlo Giorgetti, il più draghiamo della Lega, a proposito di cosa sarebbe accaduto in caso di fallimento della candidatura della presidente del Senato.
Salvini, Meloni e Tajani devono fare i conti con la rabbia dei centristi di Coraggio Italia (secondo l'ex forzista Osvaldo Napoli, addirittura, "oggi è morto il centrodestra"), che premono per un accordo con il centrosinistra. E soprattutto avranno due ore di tempo per trovare un'alternativa da proporre alle 17, quando comincerà il sesto scrutinio. Scheda bianca o astensione sono opzioni pericolose, perché darebbero l'idea di una precipitosa retromarcia. Un altro autogol.
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Una strategia difensiva potrebbe prevedere la riproposizione di uno dei primi tre candidati del centrodestra, magari Marcello Pera. Candidatura interlocutoria e destinata, numeri alla mano, a fallire, ma che regalerebbe qualche altra ora di riflessione. Se invece Salvini volesse fare un passo in direzione del centrosinistra, ecco i nomi già usciti in mattinata: l'ambasciatore Giampiero Massolo , la vera grossa sorpresa delle ore precedenti (il "coniglio dal cilindro"?) o il professore Sabino Cassese.
Se sarà il centrosinistra a prendere il pallino in mano, le possibilità sembrano limitate: Pier Ferdinando Casini, Mario Draghi, il bis di Sergio Mattarella. Ognuna delle tre ha forse più possibilità di Massolo o Cassese, anche se ognuno ha molti nemici, in tutti i partiti. Ma il quadro è talmente confuso, e il tempo talmente veloce nello scorrere, che salvo nuove clamorose sorprese il prossimo Capo dello Stato non potrà che uscire da questa terna.