Il retroscena
Pierferdinando Casini al Quirinale? "Se dice sì lui, gli altri leghisti lo seguono": chi può decidere la partita
“Le resistenze dei leghisti su Casini sono molto forti. Potrebbe vincerle un endorsement del vecchio Bossi”. Lo scrive Aldo Cazzullo nella sua diretta sul Corriere della Sera dedicata al Quirinale, dopo che la terza votazione si è conclusa con un’ovvia fumata nera. Nel corso della giornata sono però emerse diverse indicazioni interessanti in vista della prossima votazione, con le quotazioni di Pierferdinando Casini che si stanno rialzando.
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Secondo Cazzullo, se Matteo Salvini dovesse decidere di non rischiare su Elisabetta Casellati (sulla quale non sembrano al momento esserci i numeri necessari per l’elezione), allora potrebbe andare su Casini o Mario Draghi. Come extrema ratio rimane sullo sfondo il Sergio Mattarella bis. Tra l’altro il presidente della Repubblica uscente ha ottenuto 125 preferenze, risultando il più votato di questa tornata: un segnale del fatto che i grandi elettori hanno fretta di trovare una soluzione. Alle sue spalle Guido Crosetto, che con i suoi 114 voti ha dimostrato che Fratelli d’Italia è assolutamente compatto.
Non solo, perché le 114 preferenze espresse per Crosetto sono quasi il doppio degli elettori del partito di Giorgia Meloni, segno che nel centrodestra potrebbe essere in corso uno spostamento della leadership. Salvini però potrebbe riprendersela convergendo sul nome di Casini, sui cui ci sarebbe da sconfiggere la resistenza di diversi leghisti: secondo Cazzullo da questo punto di vista Umberto Bossi potrebbe essere d’aiuto.