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Quirinale, Mario Draghi e il veto su Casini: retroscena, "quando è sotto alla doccia..."
Pier Ferdinando Casini non sembra essere particolarmente stimato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. "Non sembra un profilo 'sufficientemente alto' per sostituirlo" al Quirinale, scrive Concita De Gregorio nel suo commento su La Repubblica. "Tutt'al più Giuliano Amato, che ha un Nokia", mentre Casini "se lo chiami risponde in vivavoce 'scusa sono in doccia', manda emoticon illustrativi, non nega un ciao con la mano a nessuno".
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Ma il punto in realtà è: per Draghi davvero Casini non ha "profilo istituzionale" o non ha "profilo istituzionale" perché al Quirinale ci vuole andare lui? Al momento l'unica certezza è che se "Draghi non garantisce" ai politici che di fatto ha messo "dietro la lavagna", "il governo che vogliono, non lo voteranno".
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E Draghi al momento "non ha dato segno di voler garantire. Anzi, ha indicato Elisabetta Belloni (capo dei servizi segreti, ndr) per Palazzo Chigi: una persona di sua estrema fiducia, giudicata adatta a completare il lavoro impostato senza uscire dai bordi. Di nuovo: non si fida della classe". Addirittura ha lasciato intendere che "se fosse il caso, scioglierebbe le Camere: ipotesi che atterrisce i quattro quinti degli eletti in procinto di maturare la pensione a settembre e per nulla certi di essere rieletti a parlamento dimezzato". Insomma, conclude Concita, "la diffidenza è reciproca", "i politici italiani sono abituati a confidare in chi dà confidenza, di Draghi non hanno nemmeno il numero privato".