La trattativa
Quirinale, Matteo Salvini e la proposta a Giuseppe Conte: Franco Frattini, il nome che spacca Foza Italia
Mario Draghi spinge per traslocare al Quirinale, Matteo Salvini però non molla e insiste affinché il premier resti dov' è, a Palazzo Chigi. Insomma l'incontro tra i due, avvenuto ieri, non è andato come SuperMario sperava. Non è ancora la pietra tombale sulle sue aspirazioni quirinalizie, ma ci assomiglia molto. A meno che la strategia di Salvini sia quella di tirare il prezzo sul rimpasto di governo, che andrebbe fatto qualora Draghi diventasse presidente della Repubblica. L'unica certezza è che da ieri i partiti hanno finalmente iniziato a fare sul serio. A partire proprio dal leader della Lega, che in una girandola d'incontri ha visto tutti i capi partito che contano, da Letta a Conte, dalla Meloni ai plenipotenziari di Forza Italia. Oggi è verosimile che farà il bis più o meno con tutti. Ma soprattutto Salvini farà i nomi dei candidati graditi al centrodestra. «Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale».
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CLIMA FREDDO - Ci sarà anche quello di Draghi? Difficile se non impossibile, a meno che non si trovi una quadra sul nuovo governo. Ed è proprio su questo punto che, in generale, le trattative del leghista si sono arenate un po' con tutti. Salvini nei giorni scorsi aveva fatto filtrare l'ipotesi di un suo ritorno al governo, ovviamente al Viminale, da calmierare con l'ingresso nell'esecutivo anche degli altri leader politici. Una proposta però difficile da realizzare. Chi si accollerebbe la rogna di fare il premier commissariato in un governo dei capi partito? Difficile trovare volontari. Ieri nel colloquio telefonico con Draghi, Salvini avrebbe cercato una soluzione alternativa. La prima era quella di mettere agli Interni l'attuale vice leghista Nicola Molteni, ma il premier ha rigettato la richiesta. Il compromesso potrebbe essere trovato sul nome di Matteo Piantedosi, che era stato il capo di gabinetto di Salvini ed attualmente è il prefetto di Roma. Con lui - il ragionamento del leader del Carroccio- si andrebbe a sostituire un tecnico con un altro tecnico. Solo che quest' ultimo sarebbe più gradito al centrodestra rispetto alla Lamorgese. Con Draghi il leader della Lega avrebbe anche parlato di un possibile avvicendamento al ministero delle Politiche Agricole, da sempre caro al Carroccio, magari con il ritorno in sella di Gian Marco Centinaio, ex ministro e attuale sottosegretario del grillino Stefano Patuanelli.
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Draghi però avrebbe risposto freddamente («Non è questo il momento e la sede per discuterne»). Parole che avrebbero ulteriormente incrinato il dialogo tra i due. Tanto che in serata Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, ha ribadito che «Draghi non è candidabile» per il Quirinale. Salvini, però, un risultato concreto sembra averlo già ottenuto: il riavvicinamento con Giorgia Meloni che al pari del leghista vede Draghi al Quirinale come fumo negli occhi. Certo il peso reale di FdI in Parlamento è molto inferiore a quello dei sondaggi, ma il leghista prova a vedere oltre il Qurinale: all'unità del centrodestra e A proposito di unità, un'altra grana per Draghi presidente della Repubblica potrebbe arrivare da Forza Italia. Il partito sembra essere spaccato in due: i berlusconiani di più stretta ordinanza che non vorrebbero mandare il premier al Quirinale. E tutti gli altri che invece alla fine potrebbero anche convincersi a farlo. Proprio sul nome da condividere, quasi a sorpresa, Salvini potrebbe aver trovato una sponda importante in Giuseppe Conte che sulla partita si è detto in «totale sintonia» con il leader del Carroccio. I due, in particolare, si sarebbero accordati su Franco Frattini. Un nome che però spaccherebbe Forza Italia e farebbe traballare l'unità del centrodestra.
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I CANDIDATI - Veniamo alla rosa dei nomi. Quelli che circolano in Transatlantico sono sempre gli stessi: Casellati, Frattini, Pera e Carlo Nordio, figura che piace a Fratelli d'Italia che potrebbe usarlo come candidato di bandiera. Difficilmente infatti FdI voterebbe Draghi e il nome dell'ex magistrato potrebbe essere utile alla Meloni per testare la fedeltà della sua sparuta pattuglia parlamentare. La sensazione, però, è che i veri nomi potrebbero essere altri. E qualcuno fa notare che negli ultimi giorni dai radar dei papabili è sparita Letizia Moratti. Di tutto questo si tornerà a parlare oggi quando, a meno di colpi di scena, la fumata a Montecitorio sarà ancora nera.