Pistole fumanti
Beppe Grillo, ecco le marchette pubblicate sul blog: ora si capisce tutto, ma quale "onestà"?
Chiudono sempre con una frasetta a mantra («Siamo un popolo di navigatori, abbiamo un'esperienza millenaria». E anche, ora, un popolo di lobbysti, direi...) i post vergati da Beppe Grillo sul suo Blog, a soccorso di Vincenzo Onorato, l'armatore il cui «traffico d'influenze illecite» si trova al centro dell'inchiesta milanese che sta mettendo sulla graticola orgoglio e pregiudizio del Movimento Cinque Stelle. Siamo un popolo di navigatori che s' è perso nell'oceano della raccomandazione.
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ANIMA E CORE
A scorrere il sacro blog di Grillo, a compulsarne i temi, a passarne ai raggi X la semantica, si scopre che cosa scriveva il comico dell'amico armatore, inserito in tutte le salse in articoli ed editoriali. C'è l'afflato anima e core: «Vincenzo Onorato, armatore partenopeo, si sta battendo anima e cuore per salvaguardare i diritti dei nostri marittimi. La sua campagna di comunicazione a favore dei marittimi italiani, ha generato, nei poco informati, un turbinio di polemiche e illazioni senza senso. Ogni giorno Onorato si scontra contro questa realtà paradossale, a vantaggio soltanto degli armatori, che continuano a non pagare le tasse, beneficiando così della legge 30 del 1998, e non favoriscono altresì l'occupazione dei connazionali italiani». C'è l'impeto battagliero: «Condivido a pieno la battaglia di Onorato e faccio mie le sue parole: chi è il razzista? Chi lascia a casa i nostri marittimi a fare la fame o chi con sfruttamento selvaggio imbarca extracomunitari, con salari da fame?». C'è l'impegno da petizione che fa molto sindacati anni '70: «Aiutiamo Vincenzo Onorato in questa battaglia di rispetto e di dignità dei marittimi, sottoscrivendo i valori della petizione su cui costruire una legge in merito alle tratte nazionali che metta fine a questo schifo» (segue petizione). A cui s' aggiunge, per ribadire il concetto, il piglio della guerriglia: «Condivido nuovamente la battaglia che da tempo sta portando avanti l'armatore Vincenzo Onorato che, per la salvaguardia dei diritti calpestati di migliaia di lavoratori di Torre del Greco, ha lanciato una petizione su Change.org per costruire una legge che tuteli chi i diritti li ha persi da tempo. Firmatela, ve ne sono grato». Ma sì, firmiamo per Onorato. Aiutiamolo con citazioni, atti, moral suasion, opere e omissioni. Persino evocandolo in un report sulla Generazione neet: giovani senza futuro, laddove lo stesso Onorato «per sensibilizzare e trovare soluzione efficaci alla piaga giovanile» squadernava «dati allarmanti sul 61% dei giovani disoccupati pronto a lavorare per le imprese criminali» e indicava le città di Matera e Campobasso come l'antro infernale della disoccupazione. Tutto questo Grillo produceva dal suo portale, in un lasso temporale che spazia tra il 3 maggio, il 9 giugno e l'11 agosto 2018 a sostegno delle battaglie sui marittimi dell'armatore; e a fronte di antica amicizia e di recenti finanziamenti che sfocerebbero-almeno secondo i magistrati- in una «mediazione illecita da 240mila euro» attraverso i parlamentari pentastellati. Adesso spunta fuori anche il nome del ministro Patuanelli, per dire come le cose possano complicarsi. Ma non è questo il punto. Onorato ha semplicemente tutelato i propri diritti d'impresa. Decine di fondazioni e di testate giornalistiche (compresa la nostra) hanno, negli anni, beneficiato degli investimenti pubblicitari di uno dei più grandi armatori italiani.
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ARTE DEL LOBBYING
Non c'è nulla di male, anzi. Come appaiono legittime tutte le attività di lobbying certificate. Il problema, semmai è che la legittima propaganda venga snaturata attraverso le donazioni a organismi - qual erano di fatto il blog di Grillo e, di conseguenza la Casaleggio Associati - che avevano radici ben piantate nel maggior partito politico e di governo del Paese. Il traffico d'influenze illecite attribuito a Grillo - verso il quale restiamo garantisti - esplode non tanto per la sua dimensione giuridica, quanto per il suo inclinatissimo piano etico...
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